Biden sposa le politiche anti immigrati di Trump

 Scendere sul terreno delle destre per avere i voti necessari a far passare leggi nei Parlamenti, specie quando non si hanno maggioranze autosufficienti, è stata una scelta ripetuta nei tempo che alla fine ha portato solo acqua al mulino di politiche securitarie , reazionarie ed antipopolari decretando la vittoria elettorale delle destre.



Nel caso degli Usa identificare i democratici con la sinistra sarebbe impossibile ma questa premessa è utile a comprendere come Biden sia disposto ad ogni accordo per avere i voti repubblicani al Congresso, voti indispensabili per approvare le nuove missioni militari. 

Parliamo di 118 miliardi di dollari in finanziamenti supplementari per la guerra che devono essere approvati in brevissimo tempo, le lobby delle armi trasversali ai due schieramenti si stanno già muovendo ma Biden deve essere certo di contare sulla maggioranza al Congresso e per questo è disposto a rimangiarsi ogni promessa elettorale e impegno in materia di immigrazione . Se questa scelta porterà benefici nel breve periodo siamo certi che nei prossimi mesi non rappresenterà un aiuto a Trump?

Nel dibattito politico per le nuove presidenziali, la guerra contro la Russia in Ucraina è già al centro della campagna del Partito Democratico nelle elezioni del 2024,  ora arriva un altro tema per altro caro alle destre repubblicane: militarizzare il confine meridionale degli Stati Uniti, .

Biden vuole militarizzare il confine con il Messico pensando che sia sufficiente per guadagnare consensi repubblicani e al contempo per ottenere aiuti al Congresso con voti favorevoli alle manovre di guerra.  Biden si erge a integerrimo difensore del confine facendo proprio un vecchio cavallo di battaglia di Trump e vorrebbe evitare l'ordine del giorno alla Camera con il quale i repubblicani chiederanno l'impeachment dello stesso Biden per lo scandalo che vede protagonista suo figlio Hunter.



Biden è disposto a tutto per approvare il pacchetto di aiuti militari supplementari con 60 miliardi di dollari per l'Ucraina, 17 miliardi di dollari per Israele e quasi 10 miliardi di dollari per Taiwan. 

Lo spostamento a destra dei democratici suona come una sconfitta per la parte progressista del partito come l'area dei cosiddetti Socialisti Democratici d'America riuniti attorno alla deputata Alexandria Ocasio-Cortez ma anche per tutti i settori cosiddetti liberal occidentali. 

La pseudo-sinistra si è schierata a favore della guerra USA-NATO contro la Russia in Ucraina, ha assunto solo posizioni morbide rispetto al genocidio del popolo palestinese. 

I candidati democratici e repubblicani sono facce di una unica medaglia  rappresentano e difendono gli interessi di un'élite dominante ferocemente reazionaria, prenderne atto significa fare i conti con la realtà.

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