Un appello di buon senso?

 di Tiziano Tussi



Ultimamente da parte delle briciole politiche di questo stramacciato paese vi è una certa acrimonia nel criticare coloro che lanciano appelli al buon senso: lista unica alle elezioni europee da parte di tutta la sinistra a sinistra del PD. 

Certo che a mettere assieme riso e pasta, lupi e agnelli, bravi ragazzi e cattivoni politici, acqua ed olio, gli stracci e la seta; insomma, tutto il panorama della sinistra sfracellata poco si riuscirà a costruire. Almeno ci vorrebbe un terreno comune, una specie di mezzadria, almeno. Ma il discorso non è solo quello, viene ricordato che non si invitano gli stalinisti a fare la pace coi trotzkisti, né i verdi pacifisti con i marxisti-leninisti.

 Gli alti con i bassi di statura, anche di ordine politica. Si tratta di buon senso, di umano buon senso. Emilio Molinari e Basilio Rizzo hanno lanciato, dal Manifesto, questo invito ad un rassemblement, Mario Capanna lo ha ripreso e riconsiderato in modo similare dalle colonne dell’Unità. Bene, cosa di dice di fronte a tanta semplice saggezza: i primi due non vengono neppure presi in considerazione, tanto più che Basilio Rizzo ha attraversato esperienze criticabili, dal punto di vista di classe, nel suo stare al Comune di Milano come consigliere comunale, per un periodo interminabile di tempo, quasi quarant’anni. Mario Capanna ha invece avuto la sfrontatezza, per alcuni, di scrivere sulle colonne dell’Unità di Piero Sansonetti, un pastone criticabilissimo.

 Perciò dai con le critiche a quello che è stato fatto nel passato da questi, guarda caso tutti e tre ex leader di Democrazia Proletaria, che ricordo è nata proprio così, nel 1976, sugli sforzi di organizzazioni per nulla simpatizzanti – Avanguardia Operaia, Lotta Continua, Partito democratico di unità proletaria, Movimento lavoratori per il socialismo. Ognuno di questi aveva i suoi riferimenti, ognuno i suoi cardini internazionali, ognuno i propri leader, magari in antipatia tra loro. Lo sforzo ha avuto il buon senso di creare un cartello elettorale che ha raggiunto, pensate, la grande cifra dlel’1,5%. Allora era sufficiente per eleggere qualcuno in Parlamento. Così è stato. 

Una pattuglia di disturbatori anche in quell’aula. È servito a niente? Valeva nulla? Ed allora cosa vale essere o tentare di essere puri e tragicamente sub umani ma contare nulla nella società italiana, che in teoria dovrebbe essere il nostro obiettivo, il nostro mare, l nostro referente dove i pesci (politici) dovrebbero nuotare (Mao Zedong). 

L’ultimo critico puro e immacolato è un pezzullo apparso su un blog, penna tagliente, che nel tempo ha anche rimbalzato alcuni miei scritti; perciò… Invece che criticare Capanna dal punto di vista del suo proporre si ricorda che lo stesso è stato a Sanremo travestito da comparsa indiana in una pagliacciata interpretata da altri, oppure, sempre nel pezzullo, il richiamo alla verità e cioè che questa Unità che non è più quella Unità, che forse non è mai piaciuta a penna tagliente. Insomma, si grufola nel contorno e non si dice nulla del piatto di portata.

 Forse perché non c’è altro da dire che l’intelligenza politica imporrebbe questa unitarietà, poi ognuno potrà continuare a ululare alla luna, da solo, per di più, ma intanto… Forse tanta acrimonia riguarda il fatto che i tre propositori della lista unica, non per loro stessi, questo ribadito in continuazione, stando forse anche l’età, sono ex di DP, l’unico risultato serio della politica della sinistra estrema in Italia da circa cinquant’anni? Forse!

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