Prossimi scenari sulle pensioni

Fine anno 2011 , lo spread arriva a 528 punti base (tasso 7%), con un aumento rispetto a gennaio di 355 punti, per l'Istat il rapporto spesa pensionistica/pil in Italia era in quel momento pari al 16,8%, ben al di sopra della media Ue del 12%. La Bce fa cadere il Governo Berlusconi e lo sostituisce con Mario Monti che darà vita alla Riforma Previdenziale Fornero. 



Fine anno 2022 l’istat attesta la spesa per pensioni (vecchiaia e superstiti)  pari al 16,7% contro una media Ue a 27 del 12,6%.


Da qui possiamo ipotizzare un ulteriore intervento sulle pensioni tanto che con la Legge di Bilancio 2023 il Governo si è già mosso nella direzione di blindare la Fornero dopo anni di deroghe con l'anticipo delle pensioni. 


E il Governo ha in mente un doppio intervento , da una parte scoraggiare l'anticipo pensionistico con decurtazioni ancor maggiori e dall'altra rivedere il welfare adducendo la motivazione della bassa spesa per le famiglie i giovani e la sanità


La spesa per pensioni  non sarebbe poi così superiori alle medie Ue se venisse caricata degli assegni per assistenze, invalidi e l'anticipo delle «pensioni per lavori pericolosi o gravosi per un gran numero di posti di lavoro» stando a quanto scritto dall'Ocse, da qui possiamo ipotizzare interventi atti a ridurre i benefici per i lavori usuranti?


Possiamo quindi ipotizzare la riduzione della lista dei lavori gravosi, la cancellazione di ogni anticipo previdenziale in futuro proseguendo verso l'innalzamento dell'età necessaria per uscire dal mondo lavorativo e per costringere quanti i contributi previdenziali non li hanno a barattare un assegno misero con prestazioni di natura sociale non meglio definite.


Ipotesi astratte o scenari possibili?


Nei prossimi mesi lo vedremo con i nostri occhi


Commenti