Confederalismo democratico per i palestinesi? Ma fateci il piacere

 Ci siamo imbattuti in una dichiarazione assai discutibile sulla Palestina del segretario nazionale della Cub Amendola.



 La riportiamo testualmente

....... è doveroso ammettere che la soluzioni dei due popoli in due Stati sembra difficile da praticare al momento. Noi pensiamo che si possa parlare invece di due Stati che convivano secondo il modello del confederalismo democratico, come già avviene in altre realtà nel mondo. Una politica di convivenza tra diversi popoli che dia la possibilità a tutti, nessuno escluso, di poter vivere tranquillamente, con dignità e soprattutto in pace....Penso che partendo da questi due punti fermi – conclude Amendola – saremo in grado di poter dire che in quei territori arrivare alla pace non sarà più un problema”.

Palestina, un problema mondiale - CUB


Forse Amendola sa poco di Palestina, ignora il colonialismo da insediamento, la storia dal 1948 ai nostri giorni, non conosce il ruolo geo politico di Israele, la produzione di tecnologie dual use di ultima generazione, le mire Nato e Usa sulla regione, se avesse minima cognizione dei fatti storici avrebbe evitato di rilasciare dichiarazioni del genere. Pensare al confederalismo democratico come soluzione di ogni male significa anche leggere la storia dei Kurdi in maniera errata, uscire dall'impasse con una soluzione che poi soluzione non è come dimostra l'operato della Turchia contro lo stesso popolo Kurdo.

La terra era abitata dai palestinesi che sono stati cacciati nel corso del tempo da una nuova forma di colonialismo sostenuta per espellere dalle loro case i palestinesi, se doveva cercare un riferimento storico sarebbe stato meglio guardasse alla esperienza dell'apartheid in Sud Africa o andarsi a leggere qualche articolo dello storico, israeliano, I. Pappe.

Una sorta di equilibrismo che serve solo a non prendere posizione sull'operato di Israele e degli Usa negli ultimi decenni e alla fine girarsi dall'altra parte davanti al genocidio del popolo palestinese coltivando l'illusione di fine ottocento che pensava alla nascita dei Kibbutz come soluzione socialista per il popolo ebraico

La storia degli ultimi decenni viene quindi ignorata e vilipesa e visto che la soluzione due popoli e due stati è tramontata inesorabilmente con gli accordi di Oslo di trenta anni fa si cerca la scappatoia in quella formula astratta di confederalismo democratico (sotto l'egida Nato?) che nel contesto mediorientale diventa solo una  presa di distanza dalla Resistenza dei popoli, quello palestinese in primis. e rischia di indebolire l'assunzione di responsabilità di quanti oggi accusano Israele di genocidio e di mettere in pratica una guerra globale con ampio uso di tecnologia avanzata che ad oggi ha provocato la morte di circa 27 mila uomini e donne.

Una dichiarazione vergognosa che non ci rappresenta, anzi ci allontana inesorabilmente dal sostegno alle masse popolari arabe e palestinesi e da una critica complessiva alla ideologia sionista nonchè dal compito dei lavoratori occidentali di esprimere nei loro paesi il sostegno al popolo palestinese contro la guerra e la militarizzazione dei nostri stessi territori

Rimandiamo ad un articolo di Pappe su quanto sta accadendo in Palestina consigliandone la lettura


Cub Pisa




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