Il giorno dopo i fatti di Pisa

Dal 7 Ottobre ad oggi abbiamo assistito a un copione insolito, sotto alcuni aspetti diverso dal passato, dopo anni di propaganda sionista  e imperialista non si sa più leggere quanto accade in Medio Oriente, nel migliore dei casi si fraternizza con il diritto di un popolo a Resistere ma da qui a comprenderne la storia e  le istanze corre differenza, non si va oltre insomma il solito approccio romantico e affettivo, un affetto tiepido in ogni caso e mai passionale.



Da mesi sembra che una buona parte della sinistra e degli intellettuali ripeta come un disco rotto analisi e letture di 30 anni fa, è fin troppo comodo parlare di due popoli e due stati senza mai capire il colonialismo da insediamento, gli accordi di Oslo, le politiche intraprese dalle multinazionali occidentali per lo sfruttamento, con partecipazione di società israeliana, dei gas nelle acque di competenza dell'Autorità nazionale Palestinese e altro ancora.

Siamo davanti alla paura di conoscere gli eventi, di studiarne le cause e gli effetti.

Molte associazioni e organizzazioni di sinistra sono state contraddittorie se non proprio silenti davanti alle responsabilità italiane ed europee rispetto a quanto accade in Palestina, sulle complicità accademiche, commerciali ed industriali al genocidio ai danni di un popolo. Non basta parlare di Costituzione e di ripudio della violenza, come le associazioni riunitesi alla Prefettura, tacendo da una parte sulla politica estera del Governo italiano e della Ue e dall’altra sulle responsabilità Usa e Nato, restare muti davanti al coacervo di interessi attorno alla militarizzazione di scuole e di università proprio quando si lesinano risorse allo studio, alla ricerca, alla edilizia scolastica.

Manca infatti una visione di insieme che riesca a far comprendere come politiche reazionarie nella gestione delle piazze siano strettamente connesse con tutti i pacchetti sicurezza votati e sostenuti nel recente passato dal centro sinistra, con il sostegno ad Israele e  alla militarizzazione delle scuole e dell’università fino alla gestione del Pnrr il cui rifinanziamento avviene a copertura delle spese accresciute per l’aumento esponenziale dell’elettricità e dei costi di produzione determinati proprio dalla guerra in Ucraina, dagli embarghi, dalle speculazioni finanziarie attorno all’energia. 

E molte, se non tutte, di quelle realtà sono a favore della guerra in Ucraina  e schierati secondo i dettami Usa e Nato pur con qualche distinguo ininfluente ai fini delle scelte politiche dirimenti.

E quella visione di insieme spetta a noi per costruire una opposizione politica, culturale e sociale al Governo delle destre, una opposizione che vada ben oltre ai cartelli elettoral\istici che restano il solo obiettivo delle confuse sinistre, e dei loro sindacati rappresentativi, che ormai non guardano oltre il loro naso o al di là di una rappresentanza  istituzionale che alla fine riproduce contenuti e pratiche assai simili a quelli delle destre o dei datori di lavoro.

Molti si meravigliano delle dichiarazioni rese da parlamentari del centro destra perchè forse hanno dimenticato la presenza, in cabina di regia, di esponenti politici nelle giornate del g8 di Genova, siamo davanti a una mera continuità rispetto al passato e quindi sono evidenti le responsabilità materiali  quelle politiche di una giornata alla insegna della infausta repressione. 

E, dopo avere riempito le piazze a Pisa con rabbia e sdegno per le violenze subite da studenti studentesse, diamo ovviamente appuntamento Sabato 24 Febbraio a Milano ove saremo presenti alla manifestazione a sostegno della Resistenza Palestinese


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