Proteste di piazza e repressione in Argentina



Decine di arresti, centinaia di fermati, è questo il risultato della repressione scatenata contro i sindacati e le realtà sociali scese in piazza per fermare la manovra economica del Fmi e del Governo Milei.

Il dibattito parlamentare continuerà nei prossimi giorni, il provvedimento Omnibus non è stato votato articolo per articolo, alcune parti dello stesso sono state riscritte dopo l'opposizione delle Province e di amministratori locali anche legati alla maggioranza di Governo per la insostenibilità sociale dei provvedimenti previsti.

Le politiche applicate condanneranno alla fame e alla miseria il popolo argentino. da qui nasce la consapevole resistenza delle piazze per porre fine alle misure di aggiustamento economico al servizio del FMI. 

Il governo di Milei si è impegnato ad aumentare le tariffe del 200% sull'energia e del 150% sul gas a partire da febbraio, altri aumenti consistenti riguardano il trasporto urbano di passeggeri.  Il rapporto del FMI assicura l'impegno da parte del governo nazionale ad attuare " riduzioni dei sussidi energetici inefficienti, con aumenti delle tariffe dell'elettricità (oltre il 200 per cento) e del gas (oltre il 150 per cento). 

Il FMI intende imporre al Governo il compito di recuperare i costi e per fare cassa si impongono nuove  tariffe del trasporto urbano, tagli alla Pubblica amministrazione, licenziamenti di migliaia di lavoratori e lavoratrici, blocco dei salari , tagli al welfare, priorità  assoluta accordata alla spesa in conto capitale, concentrandosi sulla costruzione di oleodotti, tagli ai trasferimenti alle province che non avranno i fondi necessari al pagamento degli stipendi e alla erogazione dei servizi.

 In queste settimane il governo ha pianificato con il FMI una ulteriore ondata di attacchi che includono il licenziamento dei lavoratori a contratto, ulteriori tagli alle province,  privatizzazioni e aumenti tariffari permanenti.

Misure che si abbatteranno su pensioni e piani sociali, educazione e sanità, sono già pianificate  nuove svalutazioni e privatizzazioni, insomma il classico programma di aggiustamento che creerà milioni di nuovi poveri e disoccupati  che andranno ad aggiungersi al 50% della popolazione già povera. Una catastrofe sociale contro la quale la classe lavoratrice argentina scende in piazza.


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