Nord e Sud del Mondo: qualche osservazione necessaria

 Quando i paesi del Nord del mondo, capitanati da UE e Stati Uniti, hanno provato a imporre ai paesi del Sud del mondo il sostegno all'Ucraina  è arrivato il rifiuto di isolare la Russia e la Cina contestando all'Occidente la doppia morale, I paesi del Sud contestano alle potenze egemoni la condanna formale delle guerre quando in sostanza le vanno provocando in ogni area del Globo costruendo le loro economie in funzione del conflitto globale.



Non è nato un fronte antimperialista contrapposto alla Nato nè una sorta di identità culturale e politica disposta a contrapporsi apertamente all'Occidente, molti paesi hanno tuttavia compreso che avrebbero pagato le conseguenze delle guerre in termini economici non potendo acquistare energia a prezzi scontati dalla Russia e nella paura di non potere intrattenere rapporti commerciali con la Cina.

Pensiamo a paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina che in questi anni hanno sviluppato rapporti commerciali e accordi con Cina e Russia  traendone vantaggi e l'accesso, a prezzi ridotti, a innumerevoli prodotti o a tecnologie non in loro possesso fino a linee di credito a tassi agevolati e senza dubbio vantaggiosi rispetto a quelli accordati dalle banche occidentali.

Il mancato sostegno all'Ucraina rappresenta una svolta nelle relazioni internazionali come anche l'autonomia dei Brics. 

Sarebbe interessante leggere le dichiarazioni rese alle Nazioni Unite o nel mondo  da svariati paesi del Sud del Mondo indisponibili ormai ad accettare il ricatto degli aiuti occidentali, giudicando il ricorso alla guerra e lo sfruttamento delle multinazionali scelte non solo sbagliate ma dannose per le economie meno sviluppate. 

In questi mesi abbiamo letto dichiarazioni occidentali come quelle del presidente Macron  preoccupato per il declino dell'Occidente e la sua perdita di credibilità nel Sud del mondo, le politiche intraprese negli ultimi anni hanno alimentato la divisione tra Nord e Sud. Teniamo conto che i paesi occidentali sono un blocco omogeneo, magari diviso al suo interno, ma senza dubbio attento a non rompere degli equilibri che giocano a loro favore, al contrario nel Sud ci sono diversi raggruppamenti spesso con interessi contrastanti.

La guerra in Ucraina ha visto nascere un blocco militare, economico e politico integrato, i paesi Ue che stavano preparando la loro strategia imperialista con il documento denominato Bussola Europea, hanno finito con l'essere subalterni in maniera crescente rispetto agli Usa e legati a doppio filo alla NATO .  Il riarmo del Giappone e dei paesi Ue non farà venire meno la subalternità agli Usa, erano e restano potenze secondarie.

In estrema sintesi possiamo pensare a un primo blocco di paesi colonizzatori e imperialisti (tra i quali Israele) che poi sono le nazioni avanzate in termini militari, economici e politici con gli Stati Uniti nel ruolo di guida

  1. Un secondo blocco costituito dai pesi Ue  con a capo la Germania, il paese che nonostante abbia subito i contraccolpi negativi maggiori dopo il conflitto in Ucraina restano subalterni politicamente tanto alla Nato che agli Usa.
  2. Il terzo blocco rappresentato dal Giappone e da potenze europee secondarie, magari aderiscono alla Nato ma non hanno ruoli e funzioni rilevanti 
  3. Il quarto blocco è costituito dai diciannove paesi dell'ex blocco orientale, sono spesso ex paesi del socialismo reale che vedono nella Russia un nemico e per questo sostengono le guerre Nato contro  Russia e Cina. 

  4. Il dominio militare degli Stati Uniti sull'Europa avviene attraverso l'Alleanza Atlantica che ha dislocato le proprie basi militari imponendo un aumento esponenziale delle spese militari e legando sempre agli Usa le economie del vecchio continente a partire dal Piano Marshall (1948) in Europa e dall'occupazione militare del Giappone (1945-1952).

  5. A partire dagli anni cinquanta del secolo scorso si è affermata un'élite globale e attorno agli USA, sono state costruite reti di vario tipo a tutela degli interessi egemoni come le famigerate riunioni del Bilderberg.

Queste considerazioni sono di grande aiuto per comprendere come dietro alla definizione Nord del mondo si raccolgano gli interessi dell'Occidente e dei paesi avanzati, insomma il blocco imperialista egemone che prova a costruire il mondo a propria immagine e somiglianza e non esita a imporre fame, olocausti e guerre per affermare la propria supremazia.  In altri termini potremmo parlare di un colonialismo che si rinnova ma conserva le proprie caratteristiche come il drenaggio di ricchezza dalle regioni colonizzate.



Un'elite che nonostante raccolga il 14,2% della popolazione mondiale possiede il 40,6% del PIL mondiale e per questo guarda con sospetto ogni blocco che voglia rompere questo stato di cose (ad esempio i Brics)

Negli ultimi secoli drenando ricchezza da Cina e India le potenze occidentali si sono arricchite arrivando ai livelli attuali, accumulando enormi capitali e un indiscutibile vantaggio economico per preservare il quale si fa ricorso alle guerre. 

Per conservare la supremazia sta oggi arrivando la intelligenza artificiale, la digitalizzazione, si prova a tornare in possesso di tutta la filiera dei chip, si innovano i processi tecnologici ed informatici. E' questa la nuova sfida egemonica lanciata contro il Sud del Mondo e l'ambito delle tecnologie dual use è un aspetto determinante di questi processi.  

Veniamo ai paesi del Sud del mondo, ex colonie e semi-colonie che vengono da secoli di dominazione, talvolta sono stati protagonisti di cambiamenti radicali anche in senso antimperialista e socialista, vittime di sanzioni e destabilizzazioni, della spirale del debito, alle prese con emergenze sociali, sanitarie ed economiche. Parliamo di paesi ancora socialisti, di stati sovranisti o progressisti, usciti da dittature orchestrate dagli Usa, di Stati non allineati con il PIL in crescita.

Molti di questi paesi  hanno subito colonizzazioni militari soprattutto dagli Usa e per questo vivono con grande sofferenza l'acuirsi della guerra globale e vogliono sottrarsi al controllo dell'Occidente sull'economia mondiale e mirano direttamente, senza essere antimperialisti in molti casi, alla progressiva delegittimazione dell'intera struttura neocoloniale. Per questi paesi le minacce sono rappresentate dalla  volontà di controllo dei paesi del Nord sui flussi finanziari, sulla scienza  e sulla tecnologia fino al controllo delle informazioni.

L'ascesa della Cina rappresenta pertanto una minaccia oggettiva come anche i rapporti intrapresi da Cina e Russia con i paesi del Sud del Mondo.



Diventa quindi strategico non solo il controllo del Nord del mondo sul potere militare e sull'informazione ma anche rafforzare l'egemonia nella produzione dei sistemi di arma e delle tecnologie dual use.

E il ricorso alle sanzioni verso alcuni paesi gioca un ruolo dirimente tanto che lo strumento sanzionatorio è stato orchestrato ripetutamente giocando anche sulla violazione dei diritti civili e umani o puntando sui programmi di austerità attraverso il Fondo Monetario Internazionale (FMI), sottraendosi scientemente da Trattati internazionali come quello sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF)

La spesa militare degli Stati Uniti va visto come strumento con il quale è stata vinta la competizione con i paesi del blocco sovietico, oggi la stessa arma viene utilizzata in funzione anti russa e anti cinese , basta menzionare che la spesa militare statunitense supera 877 miliardi di dollari, pari a circa il 39%, della spesa militare globale , una spesa comunque sottostimata visto che numerosi capitoli non sono contemplati

Stando ancora ai dati ufficiali,  la spesa militare totale del blocco militare guidato dagli Stati Uniti arriva a 2,13 trilioni di dollari, la cifra effettiva è invece decisamente superiore. 

Quali saranno allora le prossime mosse dei paesi egemoni raccolti attorno alla Nato?

Anche qui dobbiamo operare in estrema sintesi e ci limiteremo a pochi punti:

  • il Controllo delle forniture e dei percorsi energetici, il controllo delle vie commerciali
  • l'affermazione di processi tecnologici dual use, la digitalizzazione e la svolta energetica
  • il ricorso a nuovi sistemi di arma 
  • il controllo delle informazioni
  • il controllo dei sistemi finanziari
  • l'egemonia del dollaro e delle attuali norme che regolano gli scambi commerciali
  • il controllo degli organismi internazionali impedendo ogni riforma in senso democratico delle stesse
  • una grande iniziativa culturale per affermare i valori occidentali come sovrastruttura  ideologica dei dominanti


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