ASpp Remaggi:perchè tanto silenzio da sindacati e Comune?

Amministrazione Ceccardi e direzione Remaggi: risposte dovute a cittadinanza e dipendenti


Molte lavoratrici del Centro Residenziale Matteo Remaggi da tempo vivono una situazione surreale, attendono risposte e chiarimenti non solo dall'Azienda ma al Comune di Cascina. E queste risposte non interessano solo le dipendenti della struttura ma la cittadinanza tutta. Eppure a chiederle non sono i sindacati interni alla realtà che perseverano in un inspiegabile silenzio anche quando alcuni fatti di cronaca mettono in cattivo luce l'operato del personale. A cosa dobbiamo questo inspiegabile silenzio?

Dopo mesi di incontri sindacali con il Direttore e i rappresentanti del Consiglio di Amministrazione, emerge la necessità di capire quali siano gli indirizzi e le determinazioni sul futuro dell'azienda e dei suoi dipendenti, più volte è stata annunciata la possibilità di esternalizzare interamente il servizio trasferendo (in modo del tutto inconcepibile) a cooperativa o ditta privata le funzioni e lo stesso personale .
Da mesi ormai si naviga a vista, da parte della direzione non c'è certezza né sulla gestione del personale né sui servizi.

Ma vorremmo anche capire quali siano gli indirizzi della amministrazione Ceccardi che, al di là delle enunciazioni, non sembra avere dato indicazioni precise, per esempio manca un progetto di rilancio, idee che permettano di acquisire sponsorizzazioni e investimenti.

Di certo non sono stati di aiuto gli avvicendamenti nel consiglio direttivo, di certo il collegio dei revisori unico per Comune e Remaggi è una buona idea se a gestire i rapporti con gli stessi ci sono figure autorevoli e con idee chiare, conoscitori delle normative vigenti

Chiedono chiarezza i cittadini dopo alcuni articoli sulla stampa, la chiedono le lavoratrici che a causa di errori da parte delle precedenti amministrazioni, sono ad oggi costrette a rinunciare a parte del salario derivante dal fondo incentivante e con la minaccia di dover restituire migliaia di euro che - a detta dell'Amministrazione - sarebbero stati erogati in eccesso . Perchè solo le lavoatrici dei Remaggi dovrebbero sborsare di tasca propria questi soldi?

Desta perplessità che la direzione, al contrario di altri enti locali, non voglia applicare il cosiddetto decreto salva Roma e ad oggi, dopo un anno, non abbia ancora incontrato i legali sindacali, resta il fatto che le lavoratrici potrebbero pagare per colpe non loro con l'amministrazione silente per paura della Corte dei Conti. Ma come spiegare il silenzio dei sindacati?

Una situazione iniqua e sotto molti aspetti paradossale che si accompagna a carichi di lavoro e turni che potrebbero essere gestiti in modo diverso e più attento alle esigenze dei lavoratori.

Chiediamo quindi all'Amministrazione dell'Azienda Remaggi e al Comune chiarimenti e un confronto sulle sorti delle lavoratrici e dei servizi.

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