Sciacalli e affari attorno al terremoto di Ischia

Le colpe dei terremoti e delle devastazioni

Il nostro primo pensiero va alle famiglie che in queste ore hanno perso casa e per migliaia di persone si prospettano mesi, anni, di esistenza precaria in alloggi di fortuna.

“Siamo su un tappo magmatico e costruiscono case di cartapesca”, lo scrivono i geologi a poche ore dal terremoto che ha distrutto parte dell’isola di Ischia.

Un’area geologica nota da anni, ma un terremoto di magnitudo inferiore a livello 4 puo’ creare queste distruzioni e soprattutto il sisma di un anno fa nell’Italia centrale non è stato fonte di insegnamento?

Parrebbe proprio di no perché da decenni i terremoti creano in Italia danni incalcolabili e un elevato numero di vittime, è di questi giorni la notizia che solo il 15% delle macerie , provocate dal terremoto di12 mesi fa, è stato rimosso, la ricostruzione è in alto mare, interi villaggi sono ancora distrutti e l’economia paralizzata.

La ricostruzione avrebbe dovuto essere una priorità per il Governo che in questa afosa estate ha già palesato le conseguenze delle sue politiche privatizzatrici tra lo smantellamento delle Forestale che ha dato via libera agli incendi a fini speculativi alla incapacità e la soppressione delle Province ha ridotto ai minimi termini la manutenzione di scuole e strade.

“Troppe case costruite abusivamente in un territorio vulnerabile”, 34 Km di costa sottoposte a elevate attività sismiche, eppure per decenni si sono concessi permessi per costruire anche laddove non sarebbe stato consigliabile.

Se non è solo un problema di abusivismo (600 case da abbattere con decreto della Magistratura ma oltre 7 mila richieste di condono il 70% delle quali senza risposta perché gli uffici comunali non hanno personale e tecnici a sufficienza), se i Sindaci parlano di danni alle strutture antiche e non agli edifici di recente costruzione (gran parte delle quali edificate senza tenere conto delle norme antisismiche), dove sta allora la verità?

In estate si è parlato di un nuovo piano urbanistico in Sardegna per favorire la cementificazione del territorio, evidentemente gli enti locali ormai sono ostaggio di interessi speculativi se la classe politica si presta a operazioni illogiche e nefaste per l’ambiente.

Hanno ragione da vendere i Geologi che parlano di “mancanza di atti concreti per la prevenzione", la prevenzione non si improvvisa ma necessita di atti concreti quali il divieto di costruire in zone sismiche, l’obbligo di utilizzare alcuni criteri\materiali ben definiti, il dovere degli enti locali di esercitare controlli efficaci e tempestivi, un grande investimento per la manutenzione e salvaguardia del territori.

Le dimissioni di tecnici e figure rilevanti al centro nazionale terremoti dimostra che gli enti preposti alla tutela del territorio vivono una situazione paradossale tra sprechi, contratti precari, disorganizzazione imperante, mancati acquisti di strumenti per la prevenzione di terremoti e lo studio dei fenomeni, tutti ostacoli insormontabili al lavoro dei ricercatori, spesso precari, senza l'apporto dei quali il sistema non puo' funzionare . Come accaduto per altri enti, viene da pensare che al Governo per delegittimare i servizi pubblici si debba prima metterli nelle condizioni di non funzionare e cosi' giustificare la campagna denigratoria nell'opinione pubblica.

Glii interventi imprescindibili per la tutela del paese non sono priorità per il Governo e cosi’ inizia lo scaricabarile con gli enti locali e la loro permissività verso l’abusivismo edilizio (basterebbe impiegare meno vigili nella repressione dell’abusivismo commerciale formandoli per combattere l’abusivismo edilizio e il lavoro nero rafforzando e potenziando gli organici e i mezzi dei vigili del Fuoco.

Il Governo non puo’cavarsela a basso costo, con la retorica delle informazioni alla cittadinanza, le lezioni nelle scuole e le assicurazioni obbligatorie sui fabbricati (a qualcuno viene in mente il colossale giro di interessi?), o qualche abbattimento simbolico di case abusive senza offrire niente in cambio a chi magari è stato aggirato da costruttori senza scrupoli favoriti dall’assenza di controlli (la lotta all'abusivismo è spesso la lotta di classe dall'alto)

La denuncia di LegaAmbiente resta una delle voci fuori dal coro da prendere in considerazione: "In Italia si muore per un terremoto che in altre parti del mondo non desterebbe la minima preoccupazione. Ischia nel corso dei decenni è stata sottoposta a una sistematica speculazione edilizia: si è costruito anche là dove leggi e buon senso non lo avrebbero permesso e, in molti casi, lo si è fatto di fretta, utilizzando materiali e tecniche di scarsa qualità e senza prevedere alcun accorgimento antisismico".

L’estate 2017 non ha visto solo il disegno di Legge urbanistico in Sardegna ma la cacciata del sindaco di Licata da parte di uno schieramento trasversale, un sindaco che invocava il rispetto della legge e l’abbattimento delle case abusive.

Ma lo ripetiamo, non è solo e unicamente un problema di rispetto della legge, il legalitarismo a senso unico che perde di vista gli aspetti sociali e i problemi politici piu’ complessivi ha trasformato una emergenza sociale in questione di ordine pubblico, va combattuta la teoria che esisterebbe l'abusivismo di emergenza, teoria tanto assurda quanto caldeggiata anche da esponenti della maggioranza di Governo. Piuttosto urge rimettere in discussione l’assenza di politiche di prevenzione e di cura del territorio, una pubblica amministrazione ridotta all’impotenza dai tagli dettati dalla Troika.

Non è solo un problema di soldi, il ministro Del Rio (quello che ha smantellato le province per intenderci e dovrebbe essere l'ulltimo a impartirci lezioni) dice che il nostro paese spende più di 3 miliardi all'anno per riparare i danni del terremoto ma non spiega quanti soldi spendiamo in piu’ dopo la distruzione del Corpo Forestale e delle Province o per la incapacità degli enti locali di intervenire contro l'abusivismo.

Perché sia chiaro a tutti che altri terremoti e alluvioni, frane e crolli arriveranno e a quel punto le conseguenze delle politiche fallimentari attuate negli ultimi anni si verificheranno per la ennesima volta.

Ma a farne le spese saranno ancora una volta i territori, i cittadini sotto forma di incremento della pressione fiscale, le popolazioni colpite da morti e devastazioni. I politici invece si autoassolveranno come fanno da decenni, sono loro i principali responsabili, e le scelte fatte in ambito urbanistico, sociale e ambientale sono alla base dei crolli di immobili , della devastazione del territorio privandoci al contempo di un sistema articolato di prevenzione e controllo che necessita di una pubblica amministrazione efficiente, l'esatto contrario di quello che è oggi dopo la Riforma Madia.





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