Ripubblicizzare Acea Ato 2 e fermare il partito trasversale delle privatizzazioni capitoline



In questi giorni a Roma si stanno scatenando , all'ombra delle inefficienze e divisioni interne alla Giunta Raggi, polemiche e inizative. Il partito radicale, settori trasversali si fanno promotori di un referendum per privatizzare Atac che detemrinerebbe perdite di posti di lavoro e lo spezzatino di una azienda che deve invece superare i problemi mantenendo intatta la sua struttura.

a seguire un contributo sull'acqua

Roma, i movimenti per l’acqua: «Ripubblicizzare Acea Ato 2 e subito la legge sui bacini idrografici»



Roberto CiccarelliROMA

01.08.2017


Sono due i messaggi che la «Coalizione civica per Roma», una rete che raccoglie movimenti e sindacati, partiti e comuni del Lago di Bracciano e delle città metropolitana, ha inviato ieri alla Giunta capitolina di Virginia Raggi e a quella Zingaretti della Regione Lazio.

A Raggi si chiede la ripubblicizzazione immediata della società che gestisce l’acqua a Roma, Acea Ato 2 (Ambito Territoriale Ottimale Lazio centrale – Roma), in coerenza con i principi del Movimento Cinque Stelle (l’acqua è la prima stella).

A Zingaretti si chiede l’approvazione a settembre della legge sui bacini idrografici per attuare la legge regionale del 2014 sull’acqua pubblica e coinvolgere le comunità locali nella gestione dell’acqua. Interventi seri per sgombrare il campo dal gioco allo scaricabarile tra Pd, Cinque Stelle e il management di Acea, il tutto ai danni di una cittadinanza traumatizzata dalla minaccia del razionamento dell’acqua, del prosciugamento del lago di Bracciano e di un diffuso senso di panico e impotenza che tiene in ostaggio una città che si sente sotto assedio.
Il senso di urgenza, e di indignazione, ieri era così evidente da avere spinto in una delle giornate più calde e afose dell’anno duecento persone a manifestare sotto la sede centrale di Acea in piazzale Ostiese a Roma. Al centro di tutte le polemiche, la gestione privatistica da parte di Acea, più attenta alla distribuzione dei dividendi che agli interventi sulle reti che perdono in media il 44% dell’acqua trasportata.

La tesi della Coalizione civica, che rivendica il risultato del referendum sull’acqua bene comune del 2011, è che gli interessi privati della multinazionale che vede la partecipazione di Caltagirone e Suez-Gdf in una società partecipata al 51% da Roma Capitale, impediscano l’investimento dei profitti nella ristrutturazione di una rete-groviera. «Acea, tramite Ato2, gestisce la risorsa acqua per circa 4 milioni di abitanti e 112 comuni, fornisce un servizio indecente, aumentando i costi in bolletta per gli utenti e senza investire in misura sufficiente nel rinnovamento della rete idrica» sostiene la Coalizione. La legge è sempre la stessa: privatizzazione dei profitti, socializzazione delle perdite.

Se l’Acea è definita «teppista» per avere contribuito a prosciugare il lago di Bracciano, la polemica con i Cinque Stelle è altrettanto forte: «Dov’era Virginia Raggi, sindaca della città metropolitana, sindaca di Roma e azionista di maggioranza di Acea, quando in azienda si aumentava la remunerazione dei soci del 25% rispetto al 2015 sottraendo risorse agli investimenti per riqualificare quella rete-colabrodo?» domandano gli attivisti della coalizione.

La crisi idrica, già denunciata da mesi, non è occasionale, ma «è strutturale ed è il prodotto del sistema di gestione Acea». Quanto al lago di Bracciano il comitato che intende proteggerlo chiede la fine delle «captazioni» dell’acqua a partire dal primo giugno 2018 e l’installazione di un contatore online per «dimostrare ai cittadini la fine dei prelievi».

Commenti