Defiscalizzazioni e premi di produttività

Farà sicuramente discutere la sentenza della Corte Costituzione n.153/2017, che prevede il trattamento fiscale agevolato solo per i compensi erogati nel privato e non nella Pubblica amministrazione.
Farà discutere perchè quel modello contrattuale che disarticola il ccnl a favore del secondo livello ha bisogno di agevolazioni fiscali

Non entreremo nel merito delle disquisizioni costituzionali, anche perchè la materia è ostica per gli addetti ai lavori, immaginiamoci per i lavoratori.

Riflettiamo invece su alcuni aspetti strettamenti connessi, ossia che il trattamento economico agevolato sarebbe connesso «a incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa, collegate ai risultati riferiti all’andamento economico o agli utili della impresa o a ogni altro elemento rilevante ai fini del miglioramento della competitività aziendale».

Tale connessione se vale per il privato puo' essere utile anche per il pubblico?

Da anni il salario accessorio viene vincolato alla performance, a meccanismi di valutazione che per legge impediscono la erogazione a pioggia e uguale per tutti\e.

Sempre il perverso meccanismo della performance prevede non solo un risultato positivo, previa valutazione del dirigente, ma stabilisce che gli incrementi stipendiali siano legati a incrementi della produttività individuale. Poi ci sono i progetti incentivanti riservati a direzioni e uffici che prevedono la erogazione dei compensi l'anno successivo, dopo la valutazione la verifica della efficienza organizzativa e qualitativa del progetto

Per la Corte Costituzionale cio' che vale per il privato non va bene per il settore pubblico, da qui la detassazione dei premi di produttività a favore dei soli lavoratori privati per stabilire il nesso tra agevolazione fiscale e competitività.

A noi queste deduzioni lasciano alquanto perplessi e non perchè si sia fautori della contrattazione di secondo livello, questo parere della Corte costituzionale presenta innumerevoli e oggettive contraddizioni.

Se le regole che determinano il rapporto di lavoro nel pubblico impiego sono diverse da quelle del privato, ci dicano perchè il meccanismo della performance viene ripreso anche nel settore privato e perchè, come nel privato, l'obbligo di rinnovo contrattuale viene bypassato da due anni con l'assenso dei sindacati.

Ci dicano per quale ragione allora deve restare la performance da cui dipende la erogazione del salario accessorio, si impediscano erogazioni salariali uguali per tutti, ci dicano perchè ogni incentivo deve rispondere ai criteri di efficienza, economicità e convenienza, spieghino la ragione dei tetti di spesa e tutte le regole imposte dalla Troika.

La sentenza della Corte per essere credibile avrebbe dovuto mettere in discussione la gestione in toto del personale e dei servizi, i progetti incentivanti, sui quali si reggono interi comuni e i servizi per la cittadinanza, e la dinamica che sorregge il salario accessorio.

I distinguo, a nostro avviso, nascono dal fatto che i regali ai padroni in materia di detassazione del secondo livello di contrattazione non possono essere estesi al pubblico perchè ne potrebbero trarre benefici i lavoratori e rappresenterebbero un costo per la finanza pubblica.

Le detassazioni servono ai padroni e i padroni vengono accontentati a prescindere dalla tenuta dei conti pubblici e la Corte Costituzionale corre ai ripari con la ennesima sentenza sibillina.

In ogni caso la questione non finisce certo qui. Basta con la performance e le detassazioni, vogliamo aumenti salariali e la quattordicesima nel pubblico impiego

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