SUSSIDI E NON LAVORO : allo studio del governo l'assegno di ricollocazione

Le chiamano impropriamente politiche attive ma di attivo c'è ben poco, solo la politica della sussidiarietà, una miseria sulla quale i padroni potranno lucrare.

Lavoro e dignità era la parola d'ordine delle lavoratrici che difendevano il loro posto negli appalti dell'ospedale di Pisa, una parola d'ordine semplice che ricorda come la dignità derivi dal lavoro, da un impiego stabile dal quale dipende reddito, reddito con cui assicurarsi condizioni di vita apprezzabili o almeno sostenibili

Il governo ammette che la ripresa dell'economia non c'è, l'aumento del Pil occulta la mancata ripresa dell'occupazione eccezion fatta, forse, per quella precaria.

IL Governo Gentiloni sta preparando, nella manovra autunnale, l’assegno di ricollocazione, l'ennesimo “voucher”, con importo da 250 a 5mila euro, variabile in base alla difficoltà nel reinserimento occupazionale.

Stanno pensando al voucher per una platea ristretta, circa 400 mila disoccupati che percepiscono da almeno 4 mesi la Naspi.. E per tutti gli altri?

Una tacita ammissione che gli ammortizzatori sociali sono inadeguati per efficacia, durata e importo ma ormai non si torna indietro, la Fornero dalle pensioni alla politica del lavoro , il Jobs act rappresentano una pietra miliare delle politiche di precarizzazione.

Le aziende non investono in tecnologia ed innovazione e allora che fa il Governo? Regala soldi alle imprese , come accaduto con gli sgravi per chi assumeva con contratti a tempo indeterminato ma poi, finiti gli sgravi, si torna ai vecchi e sempre favorevoli (per loro) contratti precari.

Formazione e riqualificazione dei lavoratori “in esubero”, ma a decidere che sono in esubero sono sempre e solo i padroni, dobbiamo credere alla loro parola, prendere per oro colato le loro decisioni, mai metterle in discussione.

Le aziende saranno facilitate a redigere la loro lista di esuberi, avranno la scusa di una preventiva comunicazione per consentire l'attivazione dei corsi di riqualificazione, altri soldi che vanno ad una ristretta lobby , quella dei formatori (nel frattempo si sono smantellate le Province che in ambito pubblico avevano l'onere delle politiche di orientamento e di formazione, un concorrente scomodo per potenti lobby private).

I padroni potranno alla occorrenza liberarsi della forza lavoro "in eccesso", lo faranno con i finanziamenti statali poi qualcuno si preoccuperà di individuare poche unità da utilizzare in altro ambito, magari avvalendosi di competenze ed esperienze mai valutate a sufficienza.

Queste misure rappresenteranno il rilancio dei servizi per il lavoro? Pensiamo di no, sono parte integrante del welfare della sussidiarietà e delle politiche di smantellamento del lavoro e degli ammortizzatori sociali.

In Italia la disoccupazione ufficiale sta sopra l'11% della forza lavoro, quella reale sopra il 15% , ci sono 3 milioni di uomini e donne in cerca di occupazione secondo i dati Istat, un esercito di riserva che fa gola al business della formazione. Ovviamente nessuna garanzia che alla formazione segua un impiego. nessuna certezza all'orizzonte.

Le domande della Naspi superano ogni previsione, le aziende sanno di non potere piu' contare sulla cassa integrazione dopo il jobs act e per questo la riforma del mercato del lavoro, oltre alla precarietà sociale ,portano disoccupazione e licenziamenti

Nell'ultimo anno sono stati pochi i disoccupati (meno del 10%) che hanno accettato i percors di ricollocazione, nel paese del lavoro nero un impiego non assicurato, magari per poche ore, rende sicuramente di piu' anche se insicuro, gravoso e a rischio.

Il primo anno delle cosiddette politiche attive si è rivelato fallimentare ma non si cambia strada, anzi si individuerà una platea ristretta per l' ulteriore sperimentazione, nessun dato ovviamente diffuso sulla effettiva ricollocazione dei lavoratori e delle lavoratrici.avvenuta fino ad oggi.

Miseria e sussidiarietà con i soldi dello stato, quelli che dovrebbero investire magari in nuovi lavori socialmente utili per la manutenzione del territorio, per la cura dell'ambiente, per la manutenzione di scuole e strade, quelle sarebbero politiche certamente piu' attive.

Le aziende in crisi , anche se non lo sono avranno ampi margini per diventarlo liberandosi di forza lavoro troppo costosa o in avanti con gli anni, soldi pubblici per la cosiddetta “ricollocazione anticipata”.

Per rendere piu' credibile l'operazione si cerca un accordo con il sindacato che tanto ha rinunciato ad ogni conflitto, a discutere nel merito delle politiche del lavoro, vuole partecipare al banchetto con gli enti bilaterali dei quali cgil cisl uil fanno parte.

Per invogliare i lavoratori si inventeranno intese sindacali e nel caso di eventuali ricollocazioni la promessa di liquidare il residuo trattamento di Cigs in una sorta di una tantum, magari destinando alla azienda del neo assunto ulteriori sgravi e agevolazioni fiscali.

Si inventeranno accordi conciliativi con la partecipazione, questa sicuramente attiva, del sindacato nel cogestire la politica degli esuberi, ecco svelate le politiche attive del Governo e di Cgil Cisl Uil.

Soldi, una montagna di soldi, alle imprese anche attraverso la decontribuzione strutturale per la stabilizzazione dei giovani, tanto nei primi 3 anni di contratto c'è libertà di licenziamento e il padrone se la cava con qualche mensilità. Sono questi i disegni "strategici" governativi per il rilancio della occupazione, l'ennesimo regalo alle imprese e un business nuovo su cui "lucrare"

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