Suicidi in carcere: rimettiamo al centro della opinione pubblica la questione carceraria


Suicidi in carcere: un approfondimento

Prima del suicidio, a fine agosto, di un giovane detenuto nel carcere don Bosco di Pisa ce ne sono stati, solo nel 2017, altri 29; questi dati confermano la necessità di portare al centro della attenzione la questione carceraria.

Nei carceri italiani si muore anche per malattie contratte tra le sbarre, molti istituti di pena sono strutture obsolete, il sovraffollamento è una costante in tutta la penisola e lo stesso Ministero di Grazia e Giustizia ha emesso piu' di una circolare per la prevenzione dei suicidi.


Tra le cause dei sucidi c'è sicuramente una condizione disumana o la impossibilità di avere vicino i familiari, per i detenuti non soggetti a censura potrebbero essere incrementate le autorizzazioni perle telefonate, il coinvolgimento dei detenuti in percorsi di recupero (studio, lavoro e socializzazione) sono sicuramente inadeguate.

Il ricorso all'isolamento è un altro dei problemi che genera patologie psichiatriche difficili da curare in cella

Esiste una autentica emergenza carceraria ma non ci sono abbastanza educatori, assistenti sociali, medici, psicologi, direttori come scrive anche l'associazione Antigone della quale condividiamo le 20 proposte per la riforma del sistema sanitario (http://www.associazioneantigone.it/upload2/uploads/docs/ordinamentoproposteantigone.pdf)


Sicuramente il carcere va visto e analizzato non solo dal punto di vista delle guardie ma anche da chi sta dietro le sbarre senza dimenticare poi che numerosi reati, per esempio quelli legati al consumo di droga, potrebbero avere misure alternative alla detenzione.

Il tasso di civiltà di un paese , la sua democraticità si misura anche dalle condizioni dei carceri e l'Italia non è certo un esempio da seguire


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