La guerra tra poveri:apprendisti contro stagionali?


Il contratto di formazione\apprendistato sembra prevalere su quello a tempo determinato e il diritto di lavoratori\atrici a termine di vedere trasformato il loro contratto a tempo indeterminato.

Un'autentica guerra tra poveri figlia di una epoca nella quale i licenziamenti possono avvenire non in situazioni di crisi ma per salvaguardare i profitti aziendali.

Guerra tra poveri perchè in questi anni i contratti stagionali o a tempo determinato come li si voglia definire si succedono con varie proroghe, fino ai termini consentiti dalla legge ma solo una infima parte di questi viene, dopo anni, assunta a tempo indeterminato e ovviamente con il contratto a tutele crescenti che ne permettono , nei primi 3 anni, il licenziamento facile in cambio di poche mensilità " di indennizzo".

Recentemente il ministero del Lavoro è uscito con l’interpello 2/2017 a seguito di Confcommercio che aveva chiesto un parere in merito alla eventuale priorità dell'apprendista , terminato il periodo formativo, rispetto al tempo determinato

Ovviamente la priorità viene data all'apprendista perchè la sua età anagrafica consente regime fiscali piu' favorevoli, la continuazione di un percorso professionale è spesso una scusante

Ci sembra una guerra tra poveri visto che sia l'apprendista che lo stagionale avrebbero in teoria lo stesso diritto alla assunzione, la formazione interna alla azienda è un valore aggiunto come l'esperienza maturata nel tempo determinato.

Ma è altrettanto vero che fino a poco tempo fa il diritto di precedenza era messo per scritto nel rapporto individuale saltando ogni riferimento ai contratti nazionali che un tempo prevedevano tetti al numero dei contratti a tempo e di apprendistato e modalità ben definite per il passaggio a contratti a tempo indeterminato dopo un certo tempo.

Evidentemente la lenta erosione dei contratti nazionali ha come scopo quello di offire sempre meno tutele e garanzie ai lavoratori, specie quelli precari che si ritroveranno vittime e protagoniste di una guerra tra poveri con i sindacati silenti e subalterni ai datori di lavoro.

Commenti