CORAGGIO
CORAGGIO di Franco Astengo (cin un grazie
al compagno Fulvio De Lucis per la segnalazione)
«Per esempio, avrei potuto e dovuto dire
un “no” più convinto al fascismo, ma a essere onesti ci sarebbe voluto un
coraggio inumano. Ho detto no, ma tardi, dopo averci creduto come tutti. A
guardarmi indietro ora ai miei occhi appaio come uno che ci è cascato e questo
mi fa tanta rabbia».
A questa dichiarazione rilasciata dal
celebre scrittore Andrea Camilleri, l’autore di Montalbano,e apparsa oggi in
un’intervista è il caso di ricordare come non servisse un “coraggio inumano” e
che non è vero che “tutti ci avevano creduto”.
C’è stato chi coerentemente si è opposto
ed ha pagato un prezzo altissimo. Di seguito i dati del Tribunale speciale,
quelli riguardante i confinati e i risultati del plebiscito del 1929, ricordando
soprattutto i 135.000 che in pieno regime di polizia avevano saputo opporsi
votando “NO” al listone fascista.
In gran parte di trattava di operai delle
grandi fabbriche del nord legati al partito comunista e a quello socialista, ma
ci fu anche chi seppe dire di “NO” nella Sicilia di
Camilleri.
Purtroppo non esistono statistiche
riguardanti chi fu licenziato dal posto di lavoro oppure non l’ottenne per aver
rifiutato l’iscrizione al PNF, la cosiddetta “Tessera del
Pane”.
Ricordando che il fascismo è stato il
regime delle leggi razziali, delle imprese coloniali, della complicità con
Hitler e della tragedia della seconda guerra mondiale, il tutto in combutta con
la Monarchia, l’esempio di chi ebbe coraggio serve soprattutto per l’oggi in
questa incultura e conformismo dilagante mentre ricompaiono segni di razzismo
assolutista.
TRIBUNALE
SPECIALE
Sentenze
emesse
|
Processati
|
Condanne
irrogate
|
Furono 4596 i condannati del Tribunale
speciale, molti dai nomi oscuri, operai, artigiani, originari di diverse regioni
del nostro Paese che con il loro coraggioso comportamento davanti agli arroganti
militari che usurpavano il titolo di giudici hanno riscattato il titolo
d'Italia, allora compromesso dalla sua classe dirigente, dall'indifferenza dei
più.
Ma non furono soltanto oscuri militanti di una fede coraggiosamente proclamata a subire feroci condanne e odiosi maltrattamenti. Furono fra di loro i più bei nomi dell'antifascismo italiano, destinati per fortuna in gran parte a vedere il crollo della dittatura e l'affermarsi della democrazia. Già a un anno solo dall'inizio dell'attività del Tribunale speciale, nel '28, fu condannato, a cinque anni e sei mesi di carcere per propaganda comunista, Velio Spano; e nel cosiddetto processone ai membri del Comitato centrale del Pcd'I furono condannati a ventidue anni e nove mesi Umberto Terracini; a vent'anni e quattro mesi Antonio Gramsci e Mauro Scoccimarro; e nello stesso anno anche Giancarlo Pajetta, subì, ad appena diciassette anni, la sua prima condanna a due anni di carcere, (altra ben più dura a ventun'anni seguì poi); e nell'anno seguente tocca a Sandro Pertini essere condannato per attività sovversiva a dieci anni e nove mesi; e nel 1930, l'anno delle quattro condanne a morte mediante fucilazione degli irredentisti triestini e delle due condanne all'impiccagione di resistenti libici, è la volta di Camilla Ravera, condannata a quindici anni e sei mesi per costituzione del partito comunista, di Manlio Rossi Doria, di Emilio Sereni, condannati a quindici anni per lo stesso delitto. Nel 1931 la produttività del Tribunale speciale è impressionante: sono ben 519 i condannati per complessivi 2061 anni di carcere, oltre a una condanna a morte, quella dell'anarchico Schirru, reo di aver avuto l'intenzione di uccidere Mussolini. Fra i condannati a vent'anni di reclusione per attentato all'ordine costituzionale troviamo Riccardo Bauer, Ernesto Rossi.
Nel '32 il Tribunale speciale pronuncia la condanna a morte di Domenico Bovone, un industriale torinese accusato di attentati dinamitardi, e dell'anarchico Angelo Sbardellotto, reo anch'egli di aver avuto l'intenzione di uccidere Mussolini. Nello stesso anno Pietro Secchia viene condannato a diciassette anni e nove mesi di carcere, anch'egli per costituzione del partito comunista. E si potrebbe continuare a lungo, ricordando la condanna, nel '34, di Leone Ginsburg, nel '36 di Vittorio Foa, Michele Giua, Massimo Mila, nel '37 di Aligi Sassu e poi dal '41, fino alla soppressione del Tribunale speciale, riprendono le condanne a morte a carico soprattutto di partigiani della Venezia Giulia
Ma non furono soltanto oscuri militanti di una fede coraggiosamente proclamata a subire feroci condanne e odiosi maltrattamenti. Furono fra di loro i più bei nomi dell'antifascismo italiano, destinati per fortuna in gran parte a vedere il crollo della dittatura e l'affermarsi della democrazia. Già a un anno solo dall'inizio dell'attività del Tribunale speciale, nel '28, fu condannato, a cinque anni e sei mesi di carcere per propaganda comunista, Velio Spano; e nel cosiddetto processone ai membri del Comitato centrale del Pcd'I furono condannati a ventidue anni e nove mesi Umberto Terracini; a vent'anni e quattro mesi Antonio Gramsci e Mauro Scoccimarro; e nello stesso anno anche Giancarlo Pajetta, subì, ad appena diciassette anni, la sua prima condanna a due anni di carcere, (altra ben più dura a ventun'anni seguì poi); e nell'anno seguente tocca a Sandro Pertini essere condannato per attività sovversiva a dieci anni e nove mesi; e nel 1930, l'anno delle quattro condanne a morte mediante fucilazione degli irredentisti triestini e delle due condanne all'impiccagione di resistenti libici, è la volta di Camilla Ravera, condannata a quindici anni e sei mesi per costituzione del partito comunista, di Manlio Rossi Doria, di Emilio Sereni, condannati a quindici anni per lo stesso delitto. Nel 1931 la produttività del Tribunale speciale è impressionante: sono ben 519 i condannati per complessivi 2061 anni di carcere, oltre a una condanna a morte, quella dell'anarchico Schirru, reo di aver avuto l'intenzione di uccidere Mussolini. Fra i condannati a vent'anni di reclusione per attentato all'ordine costituzionale troviamo Riccardo Bauer, Ernesto Rossi.
Nel '32 il Tribunale speciale pronuncia la condanna a morte di Domenico Bovone, un industriale torinese accusato di attentati dinamitardi, e dell'anarchico Angelo Sbardellotto, reo anch'egli di aver avuto l'intenzione di uccidere Mussolini. Nello stesso anno Pietro Secchia viene condannato a diciassette anni e nove mesi di carcere, anch'egli per costituzione del partito comunista. E si potrebbe continuare a lungo, ricordando la condanna, nel '34, di Leone Ginsburg, nel '36 di Vittorio Foa, Michele Giua, Massimo Mila, nel '37 di Aligi Sassu e poi dal '41, fino alla soppressione del Tribunale speciale, riprendono le condanne a morte a carico soprattutto di partigiani della Venezia Giulia
CONFINO
l confino
politico è la situazione di relegamento coatto di un oppositore
politico.
Il confino
era, nel periodo
fascista in Italia,
sinonimo di messa al bando dalla
società
civile e di reclusione di
fatto in remote località della nazione, dove vi erano poche vie di
comunicazione. Al confino finirono sia antifascisti
che fascisti dissidenti, forzatamente isolati su minuscole porzioni di terra in
mezzo al mare (Pantelleria,
Ustica,
Ventotene,
Tremiti, per
citare le isole più utilizzate) o in paesi del Sud Italia (ad es. Roccanova,
Eboli,
Savelli) o del Nord
Italia (ad es. Aprica) così da separarli fisicamente, moralmente e socialmente
da qualsiasi contatto con il resto del Paese.
Il confino aveva una durata massima di 5 anni, che tuttavia potevano essere rinnovabili.
Il confino aveva una durata massima di 5 anni, che tuttavia potevano essere rinnovabili.
Nel periodo
fascista il confino politico fu applicato anche, dopo l'approvazione delle
leggi
razziali fasciste del
1938, agli
omosessuali,
accusati di "attentato alla dignità della razza". I confinati venivano tradotti
nelle isole in catene e venivano assimilati ai delinquenti comuni, ma
erano liberi di circolare sull'isola dove si trovavano.
Per la maggior
parte dei casi gli oppositori politici venivano isolati dalla vita sociale,
privati del loro lavoro, allontanati dalla famiglia che spesso si trovava a
vivere in condizioni di difficoltà.
Dopo l'entrata
in guerra dell'Italia il sistema del confino politico fu esteso a numerosi
luoghi dell'entroterra, dove la scarsa politicizzazione degli abitanti e le
difficoltà di collegamento con i centri più importanti, faceva sì che anche
questi luoghi fossero simili al confino delle isole. Il trattamento dei
confinati politici fu analogo a quello dei numerosi internati (ebrei stranieri e
cittadini di stati belligeranti con l'Italia).
Nel territorio
italiano, per periodi diversi, tra il 1926 ed il 1943, funzionarono circa 262
colonie di confino, collocate per la maggior parte nel Sud
Italia.
Risultati del
plebiscito 24 marzo 1929
Regione Iscritti Votanti
% Si % No %
Nulli %
Piemonte
|
947801
|
810437
|
85,51
|
788675
|
97,31
|
20881
|
2,58
|
881
|
0,11
| |
Liguria
|
339190
|
293351
|
86,49
|
281696
|
96,03
|
11217
|
3,82
|
438
|
0,15
| |
Lombardia
|
1334434
|
1212930
|
90,89
|
1172962
|
96,71
|
37128
|
3,06
|
2840
|
0,23
| |
Venezia
Tridentina
|
159522
|
120586
|
75,59
|
112502
|
93,30
|
7902
|
6,55
|
182
|
0,15
| |
Veneto
|
947923
|
798989
|
84,29
|
777324
|
97,29
|
20587
|
2,58
|
1078
|
0,13
| |
Venezia Giulia
e Zara
|
221347
|
191008
|
86,29
|
186788
|
97,79
|
4080
|
2,14
|
140
|
0,07
| |
Emilia
|
801466
|
739143
|
92,22
|
722942
|
97,81
|
14843
|
2,01
|
1358
|
0,18
| |
Toscana
|
745793
|
695674
|
93,28
|
688047
|
98,90
|
7251
|
1,04
|
376
|
0,06
| |
Marche
|
271227
|
247913
|
91,40
|
245983
|
90,22
|
1665
|
0,67
|
265
|
0,11
| |
Umbria
|
160240
|
145218
|
90,63
|
143378
|
98,73
|
1783
|
1,23
|
57
|
0,04
| |
Lazio
|
465345
|
420930
|
90,46
|
417734
|
99,24
|
3020
|
0,72
|
176
|
0,04
| |
Abruzzi e
Molise
|
355989
|
320394
|
90,00
|
319685
|
99,78
|
616
|
0,19
|
93
|
0,03
| |
Campania
|
784436
|
700791
|
89,34
|
698262
|
99,64
|
2417
|
0,34
|
112
|
0,02
| |
Puglie
|
493331
|
472509
|
95,78
|
472336
|
99,96
|
165
|
0,04
|
8
|
0,00
| |
Basilicata
|
102611
|
97310
|
94,83
|
97299
|
99,99
|
10
|
0,01
|
1
|
0,00
| |
Calabrie
|
404065
|
377090
|
93,32
|
376998
|
99,98
|
74
|
0,02
|
18
|
0,00
| |
Sicilia
|
903201
|
837013
|
92,67
|
836077
|
99,89
|
861
|
0,10
|
75
|
0,01
| |
Sardegna
|
200938
|
180534
|
89,85
|
179150
|
99,23
|
1273
|
0,71
|
111
|
0,06
| |
Totale
|
9638859
|
8661820
|
89,86
|
8517838
|
98,34
|
135773
|
1,57
|
8209
|
0,09
|
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