Il trionfo del lavoro stagionale con l'aiuto dei sindacati complici

Per anni il lavoro stagionale era legato ad attività connesse ad una certa stagione, nell'immediato futuro la stagionalità, come già accade nel trasporto aereo con un accordo collettivo nazionale che ne estende la durata a 10 mesi all'anno, potrà essere utilizzata per vanificare la riduzione della durata dei contratti a tempo determinato

E cosi' il lavoro stagionale diventa una minaccia per il decreto 87/2018, anzi lo strumento con il quale la limitazione del contratto a tempo viene facilmente aggirata visto che i contratti stagionali non rientrano nei limiti che caratterizzano il lavoro a tempo e possono essere stipulati, rinnovati o prorogati anche senza le causali

Il lavoro stagionale conviene alle imprese perchè puo' superare i 24 mesi, tra un contratto e l'altro possono anche non passare i 10 o 20 giorni di pausa, non si applica quel limite del 20% del lavoro a termine come soglia massima rispetto al numero dei contratti a tempo indeterminato. Tutte ragioni valide per sostenere i contratti stagionali estendendone la durata ben oltre i 4 mesi con l'avallo di sindacati complici come avvenuto nel trasporto aereo.

La posta in gioco è alta, non è escluso che l'obiettivo sia quello di rivedere il Dpr 1525/1963 che regola proprio il lavoro stagionale, ovviamente nell'ottica di stravolgerne il senso dilantadone la durata con la scusa che il mondo del lavoro è cambiato e le stesse figure professionali stagionali non sono piu' le stesse degli anni sessanta. A questo di sicuro mira Confindustria e gli argomenti utilizzati dai padroni sono poi gli stessi di quelli dei sindacati complici.

I contratti collettivi potranno salvare capra e cavoli a partire dai rinnovi degli accordi esistenti nei quali dilatare la durata del lavoro stagionale.

Ancora una volta i sindacati complici in aiuto e soccorso delle associazioni datoriali, lo hanno già fatto nel turismo, nell'industria e nel trasporto aereo, lo faranno anche in altri settori da qui a breve.-

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