Reddito o lavoro?

L’importo medio mensile di reddito e pensione di cittadinanza potrebbe aggirarsi attorno a 500 euro per nucleo familiare riguardando circa 1,7 milioni di famiglie. Per l'Inps sono quasi 380 mila le famiglie interessate dal Reddito di inclusione nell'anno 2018 con una media mensiele di 305 euro.

Non si tratta di riesumare la polemica degli anni novanta e duemila sulla antitesi tra reddito e lavoro, nei paesi a capitalismo avanzato i lavori piu' umili e gravosi sono stati delocalizzati o restano ad appannaggio di migranti, spesso senza contratti regolari o con una copertura previdenziale e infortunistica decisamente piu' bassa delle ore effettivamente lavorate.


Ogni anno la mancata manutenzione del territorio, le mancate bonifiche costano in termini economici e sociali cifre astronomiche, eppure a nessuno è mai venuto in mente di proporre con i soldi del reddito di cittadinanza migliaia di lavori socialmente utili, non si tratta di amnesia ma di un deliberato calcolo perchè lo Stato non vuole occuparsi piu' di lavoro e di gestione dei territori, almeno non intende farlo direttamente.

Lo schema di articolato sul reddito di cittadinanza non è ancora definitivo, come sulle pensioni sono stati diffusi e trasmessi testi puntualmente smentiti nei giorni successivi. Abbiamo già spiegato come questo reddito non abbia la necessaria copertura finanziaria e soprattutto deve essere supportato da centri per l'impiego che allo stato attuale non hanno organici e strumenti per svolgere i compiti previsti. Entro Marzo le domande, ad Aprile (massimo Maggio) i sussidi, la domanda da porsi è se questo capitolo di spesa non avrebbe potuto essere trasformato in investimento. non nel comune senso inteso dalla Troika, ma nel realizzare lavori di utilità sociale.

C'è comunque da dire che non saranno contenti neppure i fautori del reddito, le condizioni che regoleranno il reddito di cittadinanza saranno ben diverse da quelle prospettate. Ma in pochi ricordano che il reddito di cittadinanza era apprezzato e sostenuto anche dai fautori del libero mercato come Hayek che in esso intravedeva una sorta di legittimazione del mercato e delle sue regole con la esclusione di alcuni settori sociali e il loro immiserimento progressivo arginato con la politica dei sussidi. 

La riforma dei centri per l’impiego, senza cui non ci sarà erogazione del reddito, è ancora in altomare come il ripensamento dei centri per la formazione e l'orientamento dei senza lavoro, intanto di certo ci saranno sgravi alle imprese che assumeranno disoccupati, insomma la solita politica degli incentivi alle aziende e l'insieme di regole costruite per limitare la platea dei beneficiari, per esempio avere un Isee inferiore a 9.360 euro che corrisponde per l'Istat alla soglia della povertà stabilito dall’Istat e senza dimenticare che i coefficienti per rivalutare la quota del reddito (in base al numero dei componenti del nucleo familiare) è stata ritoccata giusto per limitarne i costi. E infine non dimentichiamo l'obbligo delle otto ore settimanali di lavoro per non meglio definiti servizi di utilità pubblica e la verifica dei requisiti 18 mesi dopo l'inizio del sussidio.

Ma la domanda dirimente è tuttavia un'altra: il reddito sarà una misura adeguata per restituire dignità a nuclei familiari in miseria? Il reddito è concepito in funzione della ricerca di una occupazione che potrebbe tramutarsi in lavori sottopagati di poche centinaia di euro al mese, una misura assistenziale per coprire la sudditanza al mercato e a posti di lavoro precari.

Certo meglio di nulla è, come ci è stato ripetutamente detto da molti disoccupati, non saremo certo noi a denigrarlo, tuttavia è possibile che a nessuno sia venuto in mente di pensare alla reale finalità del reddito di cittadinanza? Sarà meglio andare a leggersi alcuni classici per esempio Polanyi?







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