Il Premier Conte e il Sole.....

Una lunga intervista del presidente del Consiglio, rilasciata oggi a Il Sole 24 ore, merita qualche riflessione perchè quando si parla a uno dei piu' autorevoli quotidiani del paese si lanciano dei messagi politici ben definiti, questa volta al mondo imprenditoriale e della finanza.
 
Non a caso il Governo Italiano si trova in un momento di impasse, elettoralmente guadagna consensi ma gli equilibri interni alla coalizione sono in crisi, dalle ultime tornate elettorali esce vincente la Lega mentre il Mov 5 Stelle perde molti voti.
 
La intervista a Conte rilancia l'idea del Mov 5 Stelle come forza di governo ma allo stesso tempo sposta l'attenzione dai singoli ministri litiganti al presidente del Consiglio e capo del Governo. Una intervista che non aggiunge niente di nuovo a quanto già sapevamo ma lancia dei precisi messaggi, rassicuranti, agli industriali, al mondo della finanza, alla carta stampata che conta.
 
Conte rassicura gli industriali sulle grandi e medie opere, i lavori infrastrutturali si faranno e presto cosi' come la revisione del codice degli appalti. Cogliete il nesso tra la revisione del codice  e l' inizio di innumerevoli  e cospicui appalti, Conte per rafforzare il concetto riprende una frase tipicamente Renziana : "l’Italia deve correre", ma verso quale obiettivo?
 
Un fiume di cemento sta per calare sul paese, non siamo ambientalisti acritici ma prima vorremmo capire quali siano le infrastrutture indispensabili per un paese nel quale mancano fondi alle Province per la manutenzione stradal , i fiumi non sono navigabili e le ferrovie nel Sud sono spesso a binario unico. Nasce Investitalia, struttura voluta dalla presidenza del Consiglio per redigere il piano di investimenti, poi abbiamo Strategia Italia incaricata di coordinare a livello amministrativo e politico gli interventi.
 
L'Italia riparte, come nei primi anni sessanta, dall' autrostada a tre corsie per rilanciare  la crescita,  investimenti e opere pubbliche per rilanciare il paese.  Ma allora l'economia del paese era in grande crescita e non in fase quasi recessiva, sta qui la differenza sostanziale. 
 
Ma poi  di cosa stiamo parlando? Della Tav o del completamento di strade che da anni attendono di essere terminate, della manutenzione delle reti stradali e ferroviarie o dell'alta velocità? Non siamo riusciti a capirlo mentre è assai chiaro l'intento di revisionare il Codice degli appalti da anni soggetto a critiche delle imprese che vorrebbero minor presenza delle normative dell' Anac, l'autorità nazionale anticorruzione.

Perchè serve un nuovo decreto legislativo per riformare il codice degli appalti? Si giudicano le attuali normative di ostacolo per l'economia e se cosi' fosse sarebbe utile fornire soluzioni anche guardando all'aumento dei fenomeni corruttivi.
 
E i soldi mancanti per realizzare le opere da dove usciranno?  Dalla contrazione dei costi per la sanità e la istruzione?
 
Sarà sufficiente rimettere mano al sistema di tassazione?  

L’alleggerimento della pressione fiscale in un paese che avrebbe bisogno di porre fine agli squilibri crescenti è una strada percorribile? 
 
Sono domande alle quali il Premier Conte non risponde mentre invoca maggiore presenza della Guardia di Finanza contro l'evasione fiscale e privatizzazioni pari a 18 miliardi di euro, una grande svendita di immobili pubblici con la speranza di fare cassa  Conte lancia poi  un messagio chiaro  a Confindustria rassicurandola che il Governo è alleato delle imprese,  si muove per accescerne ricavati e utili, vuole portare sempre piu' imprenditori nei viaggi all'estero con il Governo. 
 
Ci sono affermazioni poi molto eloquenti, ne menzioniamo una Abbiamo pensato a loro riducendo il costo del lavoro tagliando del 32% le polizze Inail, quando abbiamo dimezzato l'Imu, quando abbiamo portato l'Ires al 15% per chi assume nuovo personale e investe....
 
Per Conte bisogna " investire di più nel settore della ricerca e dell'innovazione" , eppure il nostro paese ha rinunciato da anni a spendere soldi per ammodernare la Pubblica amministrazione e le imprese invece di investire in formazione e personale tendono sempre piu' a contrarre il costo del lavoro.  I soli investimenti di cui abbiamo letto negli ultimi giorni sono quelli destinati alla ricerca a fini militari,intanto capita di leggere degli aumenti di utili netti di imprese che hanno delocalizzato la loro produzione depotenziando gli stabilimenti italiani. Forse  bisognerebbe partire da altro, dal contrasto delle logiche che hanno portato alla delocalizzazione, al contenimento del costo del lavoro, all'assenza di ricerca e innovazione, a un sistema scolastico sempre piu' inadeguato e al sistemaditassazione che premia i redditi elevati alimentando disuguaglianze crescenti nel paese. 
 
Ma di tutto cio' il premier Conte non parla

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