Il flop del concorso Brunettiano

 

Il flop del concorso Brunettiano
 
Avevamo ragione a dubitare della efficacia delle ultime "trovate " Ministeriali in materia di concorso, scrivevamo , mesi fa, che la Pubblica amministrazione avrebbe avuto bisogno di personale e di formazione per accrescere competenze e una effettiva efficacia. Non a caso  proposto di stabilizzare i precari come prima misura necessaria per restituire dignità agli organici della Pa falcidiati da 9 anni di blocco delle assunzioni e dall'inesorabile invecchiamento della forza lavoro con migliaia di lavoratori e lavoratrici ormai prossimi alla pensione,
 
Per trovare  i 2.800 profili idonei per rafforzare gli enti locali del Mezzogiorno nella gestione dei fondi di coesione non servono procedure concorsuali straordinarie, bisognerebbe fare ben altro. Dalle notizie apprese a mezzo di stampa si apprende che gli idonei sono meno della metà dei 2800 posti banditi.
 
Tra i problemi irrisolti il fatto che da anni gli accessi all'università sono sbarrati per non parlare poi dei bassi salari ai quali la Pa è condannata, in Italia un dipendente pubblico prende meno dei suoi colleghi europei. Nella Pa si investe poco e male in formazione
 
Le professionalità non si formano dall'oggi al domani soprattutto quando il numero dei laureati è arrivati ai minimi storici e una volta usciti dagli atenei mancano percorsi di formazione in grado di costruire le competenze necessarie
 
Non si intravede all'orizzonte alcun investimento effettivo nella formazione e si continua con la politica dei numeri chiusi per non parlare poi dei bassi salari che ormai rappresentano un problema non solo per la Pa ma per tutto il mondo del lavoro pubblico
 

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