“Oltre la grande bellezza” : perchè la cultura non sia sinonimo di precarietà e di mercato
“Oltre la grande bellezza”, il libro story telling (e non solo) di Mi Riconosci? Sono un professionsita dei beni culturali
Uscito nel Maggio dell’anno corrente “Oltre la grande bellezza”,
edito da Derive Approdi, scritto a più mani da lavoratrici e lavoratori
dell’Associazione Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni
culturali, vuole essere un libro inchiesta sulle condizioni del lavoro
sul settore ed in generale sulla complessa situazione che riguarda la
gestione complessiva del Patrimonio culturale italiano.
Il libro riassume il lavoro quinquennale del collettivo, dalla
nascita nel 2015 agli ultimi sviluppi legati soprattutto alla
drammaticità della pandemia e a tutto quello che ha generato con
migliaia di operatori\trici rimasti senza lavoro o con il solo
sostentamento degli ammortizzatori sociali molti dei quali scaduti o
prossimi alla fine.
L’idea che ha portato alla genesi del volume è stata quella che, da
sempre, ha nutrito l’interesse degli attivisti e delle attiviste di
questa associazione: immaginare un futuro alternativo per il Patrimonio
culturale italiano e quindi di riflesso per tutte e tutti coloro i quali
vi lavorano.
Un sistema, quello attuale, che ha totalmente fallito rispetto alla
sua mission, dove la cultura è stata sempre più rilegata al ruolo di
sparring partner, con una dismissione ormai vecchia di trentanni.
Lo scritto si propone di portare avanti un cambiamento radicale
nell'approccio al mondo culturale, cambiamento a lungo auspicato e
necessario perchè la cultura dovrebbe, anche a ragion di logica,
diventare servizio essenziale e di interesse nazionale, slegando tutto
quello che la riguarda da logiche meramente capitalistiche e del
profitto alimentato anche dalle politiche dei bassi salari.
Il libro pone domande a cui tramite lotte e vertenze si spera presto
di dar risposte, l’attuale sistema culturale letto attraverso
un’attenta analisi delle condizioni di lavoro, discriminazioni di
genere, caos dei percorsi formativi e la giungla delle privatizzazioni
L'approccio va completamente ribaltato e osservato con la
prospettiva di chi ha dedicato e dedica incessantemente mente e corpo
alla cura della nostra “bellezza”, termine troppo spesso abusato e
utilizzato per raccontare i grandi asset culturali abbandonando tutto il
resto.
Lavoro, dignità, tutela e valorizzazione; la strada è lunga ma già
tracciata, il libro di inchiesta vuole offrire un contributo fattivo
alla realizzazione di percorsi atti a valorizzare non solo la cultura ma
per dare visibilità e dignità alla forza lavoro che vi opera senza
cadere nel tranello di sostituire forza lavoro formata e
contrattualizzata con figure di volontari che restano importanti ma non
tali da sostituire le professionalità esistenti alle quali riconoscere
contratti e salari adeguati.
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