Salari da fame e contratti di m.....a proposito del ccnl multiservizi

 Oltre 600  mila lavoratori e lavoratrici hanno poco da gioire con il rinnovo del loro contratto nazionale. il multiservizi.

Il ccnl multiservizi è stato pensato da molti anni come contratto per rendere competitivi i servizi esternalizzati ad aziende e cooperative ovviamente con salari irrisori per un orario di 40 ore settimanali.

Nelle settimane scorse questo CCnl è stato rinnovato a distanza di ben 8 anni dall'ultimo e con risultati a dir poco deludenti sia per la parte normativa che per quella economica.

I cosiddetti aumenti sono decisamente inferiori al tasso reale di inflazione, gli “aumenti” sono spalmati fino al 2025, la indennità di vacanza contrattuale non è stata prevista nei lunghissimi 8 anni di assenza di un contratto 

Per queste semplici ragioni non c'è da gioire davanti 120 euro lordi che vanno calcolati per la durata di quasi 13 anni tra la durata del nuovo contratto e gli anni nei quali abbiamo atteso il suo rinnovo, fatti due conti le parti datoriali se la cavano con 10 euro lordi, anche meno, all'anno. Un rinnovo economico veramente ridicolo, calcolato come sempre con quel formale adeguamento al tasso di inflazione, il cosiddetto Ipca, che impedisce il recupero del potere di acquisto perduto. In questi anni la vita è diventata sempre piu' cara e prevedere una durata cosi' lunga di un contratto significa favorire solo le associazioni datoriali e quanti hanno per anni banchettato sulla esternalizzazione\privatizzazione dei servizi pubblici visto che il ccnl multiservizi viene applicato soprattutto in questi contesti.

La sopravvivenza di numerosi contratti nazionali, in primis quello delle cooperative sociali e del multiservizi, è funzionale a favorire gare di appalto al ribasso che sono rese possibili dalle paghe irrisorie destinate alla forza lavoro operante. Chi, come cgil cisl uil, ha sottoscritto questo rinnovo lo ha fatto consapevolemente, non hanno strappato un buon risultato ma solo assecondato la logica della riduzione dei salari e del potere di acquisto per rendere convenienti, e cosi' favorirli, i processi di esternalizzazione.

Se poi guardiamo alla parte normativa i risultati sono ancora piu' deludenti infatti

  • non si mette in discussione l'autonomia organizzativa della impresa nel nome della quale le aziende, nei cambi di appalto, fanno il bello e il cattivo tempo ottenendo spesso e volentieri la riduzione di ore e del salario. Non basta ottenere la lista dei dipendenti destinati al cambio di appalto quando non ci sono garanzie reali per salvaguardare livelli, monte ore e mantenimento della sede del posto di lavoro
  • rinviano al prossimo contratto, costituendo un 'apposita commissione , la riduzione del salario in caso di malattia , rimandano di qualche anno i tagli spipendiali nei primi giorni di mutua invece di scongiurare questa ennesima e ridicola beffa ai danni di una forza lavoro già sottopagata
  • Non favoriscono la contrattazione di secondo livello per lo piu' inesistente, del resto se si vincono appalti al ribasso è assai difficile poi intavolare una trattativa per gli accordi di secondo livello (perfino i buoni benzina e i buoni pasto detassati), per salvare la faccia se la cavano con 80 euro una tantum sempre che questi soldi arrivino in gran parte delle situazioni lavorative
  • Si accorda alle aziende e cooperativa maggiore flessibilità nell'utilizzo della forza lavoro il che significa lavorare di piu' senza aumenti reali, carichi di lavoro insostenibili e con orari impossibili che deterioreranno le già precarie condizioni di vita e di lavoro.

Il resto sono solo chiacchere, questa è la sostanza del rinnovo del ccnl multiservizi

Sindacato di base Cub Pisa

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