Voci da Cuba
Messaggio della giornalista cubana Aleida Godinez agli amici della solidarietà italiana.
Bene, compagni. Chi vi parla è Aleida Godinez. Molti di voi mi conoscono.
Recentemente, insieme con la mia compagna Alicia Zamora, sono stata con
voi, abbiamo avuto un incontro molto gratificante e, nonostante
avessimo poco tempo, ho avuto modo di spiegare ampiamente la situazione
di Cuba in relazione ai piani strategici del governo degli Stati Uniti.
Credo di aver detto, se non ricordo male, che esiste un memorandum a
firma del segretario di Stato Lester Mallory, datato 6 aprile 1960 e
scritto a Washington, che dice testualmente: “La maggioranza dei cubani
appoggia Castro. Non esiste un’opposizione politica efficace. L’unico
mezzo possibile per far perdere al Governo l’appoggio interno è causare
delusione e disillusione mediante l’insoddisfazione economica e la
povertà. Bisogna mettere in pratica velocemente ogni mezzo possibile per
realizzare l’obiettivo”.
Cosa sta succedendo in questo momento? C’è
un piano di destabilizzazione politico e ideologico per indebolire la
nostra sovranità manipolando le reti sociali e i mezzi di informazione.
Qual è il contesto in cui questo accade? Recentemente, Cuba è tornata a
presentare la mozione per la richiesta di eliminare il bloqueo che da
più di 60 anni il governo nordamericano impone contro Cuba. Nuovamente è
stata approvata dalla stragrande maggioranza, e solo due Paesi sono
stati contrari. Questa è solo un piccola cosa, un piccolo fastidio
provocato da questa piccola isola bloccata, ma c’è un’altra cosa che
disturba il governo degli Stati Uniti, e cioè che noi abbiamo ottenuto
il primo vaccino latinoamericano destinato anche ai bambini e ai ragazzi
dai 3 ai 18 anni, cioè ai soggetti in età pediatrica, un vaccino
realizzato completamente da scienziati cubani perché il Comandante in
Capo, già tantissimi anni fa, volle che si creasse un polo scientifico
di qualità, perché abbiamo un capitale umano e di scienziati di primo
livello e perché abbiamo tutto il livello di coscienza e conoscenza
necessario per sapere che non ci avrebbero mai venduto un vaccino,
oltretutto adesso che Cuba sta attraversando una crisi economica molto
grave e forte che ci costringe ad una situazione molto critica. In
questo contesto, sfruttando la possibilità offerta dalle reti sociali di
manipolare la realtà, perché è probabile che voi non conosciate la
verità di ciò che sta succedendo a Cuba, è probabile che sappiate solo
ciò che i grandi media vogliono che sappiate, cioè che la stampa
indipendente è un’utopia, ma certa stampa risponde agli interessi di chi
la paga, e chi la paga è il capitale.
E al capitalismo non interessa che si conosca la verità del nostro popolo. Attraverso l’hashtag “sos cuba”, è stata promossa una campagna di disinformazione per diffondere la confusione e creare così una matrice di opinioni che giustificherebbe un “intervento umanitario”, utilizzando come pretesto l’alto tasso di contagio da covid19, la carenza di generi alimentari e la sfiducia che alcuni fatti potrebbero causare nel Paese.
La persecuzione
finanziaria contro Cuba vede oggi una inaudita recrudescenza. Negli
ultimi venti giorni due centrali termoelettriche sono andate in avaria.
In genere, avarie di questo tipo si risolvono acquistando dall’estero i
pezzi di ricambio, ma oggi è complicato prima di tutto perché non
abbiamo le risorse finanziarie, e poi per la persecuzione attuata contro
qualsiasi tipo di materiale che contenga parti o lavoro nordamericano,
così che non è possibile approvvigionarsi di nulla che contenga
materiale nordamericano.
In conseguenza di questi guasti, il sistema energetico nazionale ha abbassato la sua potenzialità di circa 500 megawatt al giorno, una carenza che ha causato una serie infinita di blackout. Indipendentemente da questo, sulle reti sociali hanno circolato fake news vergognose, tra cui quella che diceva che in un ospedale sono morte 12 persone a causa di un blackout. Una menzogna crudele che metterebbe in ginocchio qualsiasi opinione pubblica. Qui a Cuba ogni ospedale, e non solo gli ospedali, ma ogni ambulatorio, è dotato di gruppi elettrogeni pronti ad entrare in funzione. Logicamente, in questi casi chi ne risente è la popolazione perché non dappertutto si può provvedere in questo modo.
Dopo di ciò, ci sono state grosse e
gravi carenze nell’approvvigionamento dei medicinali. Ci è stato reso
impossibile l’acquisto di materie prime per produrre le medicine più
importanti, come gli anti ipertensivi, gli antibiotici, gli analgesici,
le vitamine, gli antibiotici come la acitromicina che si usa nel
trattamento dei malati di covid. Questo ha fatto sì che nel Paese si sia
verificato un indebolimento delle garanzie di copertura clinica.
E
cosa capita? Il governo degli Stati Uniti ne approfitta aggiungendo a
tutta questa situazione 243 misure che inaspriscono e rendono ancora più
crudele il bloqueo che stavamo già subendo da tanto tempo. Una lunga
serie di leggi furono promulgate dagli Stati Uniti nel 1996 e codificate
con il nome di Ley Helms-Burton. A queste misure, già di per sé crudeli
e paralizzanti, con Trump se ne sono aggiunte altre 243, che non solo
rafforzano il bloqueo, ma hanno proprio l’esatto scopo di diffondere la
disperazione, la sfiducia e la disillusione, di esasperare
l’insoddisfazione materiale della popolazione.
Cos’hanno fatto?
Attraverso le reti sociali – Twitter, WhatsApp, Instagram, Facebook e
altre – hanno praticamente lanciato un “ordine di convocazione” affinché
la popolazione uscisse in strada per protestare. Così le persone,
confuse da tutto questo clamore, sono scese in strada credendo si
trattasse di una protesta di massa, ma qui nessuno ha mai negato il
diritto alla protesta, il diritto di chiedere cambiamenti, di discutere.
Di fatto, questi diritti non sono mai stati negati a nessuno. Per
idiosincrasia, il cubano protesta per qualsiasi cosa, e nessuno è mai
stato arrestato per aver protestato, nessuno è mai stato arrestato per
pensare in modo diverso. Si può fare tutto se si fa con rispetto, ma
cos’è successo con questa protesta? E’ stata una chiamata organizzata,
fa parte di un progetto il cui fine è un golpe, un “golpe suave” contro
il Paese per far sì di richiedere un intervento militare esterno. Alle
persone che in buona fede sono uscite in strada per protestare, si sono
uniti delinquenti, soggetti criminali veri e propri in tutte le parti
del Paese. Ovviamente all’Avana più che altrove, perché c’è maggior
densità di popolazione e logicamente aumenta l’incidenza delittuosa.
L’Avana è dove gli effetti sono più visibili. Da un momento all’altro,
questo tipo di protesta è diventata una protesta vandalica. Le persone
si sono attrezzate di bastoni, pietre e coltelli, ricevevano istigazioni
dall’esterno: “Uscite in strada con quello che avete! Pietre, riempite
le bottiglie di benzina! Attaccate i posti di polizia! Attaccate i
militari! Ammazzate i comunisti!”.
Insomma, gente senza scrupoli che
è stata ovviamente arrestata per essere poi processata per stabilire le
giuste sanzioni a seconda delle responsabilità accertate. Hanno
assaltato e devastato negozi, hanno dato il giro a un furgone di una
pattuglia della polizia e a uno dell’Esercito, hanno rotto motociclette,
hanno aggredito poliziotti. I poliziotti li hanno arrestati, ma mentre
li arrestavano, questi continuavano a tirare pietre, molti poliziotti
sono rimasti feriti e anche molti manifestanti. Questo è successo
domenica. Un fatto in particolare: in un circolo infantile dell’Avana,
in un quartiere che si chiama San Miguel de Padrón, un gruppo di
professori dell’Università di Informatica stavano sistemando un locale
per creare un ricovero per bambini da pochi mesi a tre anni, con le loro
mamme. Stavano imbiancando, stavano montando i letti, tutte queste cose
qua, quando arrivano sette, otto, nove individui, armati pietre, e
cominciano ad aggredirli. Insomma, sembrava proprio che fossero stati
convocati con l’esatto obiettivo di creare disordini, per linciare
chiunque si opponesse alla loro rabbia. Una chiamata alla violenza e
all’odio.
Cos’ha fatto il segretario del Partito? Ha chiamato la
popolazione a difendere la sua Rivoluzione, ma con uno spirito ideale di
difesa, non di mettere in atto azioni di aggressioni. Per rispondere
alla violenza, per contenere le aggressioni c’è la polizia, le forze
dell’ordine che, come in tutti i paesi del mondo, anche a Cuba hanno in
carico il compito di ristabilire l’ordine pubblico. Bene. La polizia è
riuscita a placare la protesta, ma c’è una cosa molto curiosa in tutto
questo: in un mondo dove voi potete manifestare, ovviamente quando vi
sia stato concesso il permesso, voi protestate per un motivo ben
preciso, ponete le vostre questioni, fate le vostre richieste, avete un
leader che si incarica di confrontarsi con le autorità. E invece no: in
questa protesta non c’erano richieste, non c’erano leader, questa era
una protesta con il preciso scopo di creare violenza, di mettere in atto
questi atti vandalici che hanno avuto come conseguenza, curiosamente,
di oscurare l’origine della protesta, che probabilmente era per la
carenza di alimenti, ma sono entrati nei negozi, hanno distrutto tutto,
ma non hanno rubato gli alimenti, hanno rubato le bevande, hanno rubato
gli alcolici, hanno rubato gli elettrodomestici, che dimostra che erano
elementi senza scrupoli, gente che cercava di approfittare del contesto
per appropriarsi di beni.
Alla sera, un intervento molto
interessante del Primo Ministro e segretario del Partito, ha chiarito
molto bene la situazione. Ciò che ha peggiorato e innescato questa
esplosione di violenza è la situazione del covid. Sono quasi diciassette
mesi che cerchiamo di eliminarlo. Si è aperto al turismo russo a
Varadero, i turisti russi venivano a Varadero, ma arrivavano già
contagiati con una variante che non si riusciva a identificare. Venivano
isolati per soli cinque giorni, ma in modo irresponsabile uscivano per
la strada, andavano fino al Municipio di Cárdenas senza mascherina,
senza adottare misure igieniche, e il contagio si è esteso alla
provincia di Matanzas.
Hanno approfittato di questo contesto come si
approfitta sempre di qualsiasi contesto anche solo minimamente critico,
per accusare il governo di malagestione, di incapacità. Nessuno che
parli mai – mai! - del bloqueo. Sembra noioso ripeterlo, ma è una cosa
crudele, ed esiste!
Vi sono pazienti oncologici che hanno bisogno di
medicinali che in questo momento non si trovano nel Paese. Migliaia di
bambini non possono ricevere la loro terapia, per la semplice ragione
che non si riescono ad acquistare i medicinali, perché bisogna comprarli
da Paesi molto lontani e non abbiamo le risorse economiche.
Hanno
approfittato di questa congiuntura per generare sfiducia, la stessa che
noi denunciamo da tanti anni, questo progetto che fu avviato nel marzo
del 1960, il programma di azioni sottocoperta contro Cuba. Semplicemente
perché disturba che questa piccola isola e ribelle ha avuto il valore e
la sfrontatezza di creare una società giusta, che mette l’uomo al
centro della sua politica pubblica, a solo 90 miglia dal Paese più
potente del pianeta.
E allora, cosa capita? Ci troviamo davvero in
una situazione complicata e critica, ma c’è un popolo ancora disposto a
difendere le conquiste della Rivoluzione. Domenica hanno sfilato
migliaia di persone, ma noi siamo milioni di cubani. Quelle persone non
rappresentano nessuno, nessuno dei dodici milioni di cubani, compresi i
nostri giovani, perché la gioventù cubana non è quella che è uscita
nelle strade a protestare. La gioventù cubana è quella che in questo
momento sta lavorando, sono i giovani che accudiscono i pazienti in
isolamento domiciliare, sono i nostri medici che stanno combattendo il
covid negli angoli più sperduti del mondo, sono i medici che da più di
un anno e mezzo stanno lavorando senza risparmio di forze nelle zone
rosse, sono i nostri militari che sono pronti a difendere la nostra
autonomia. E’ questa la nostra gioventù, non dobbiamo allarmarci.
Abbiamo molte inefficienze, lo sappiamo e lo riconosciamo, l’ha
riconosciuto il segretario del Partito, abbiamo imparato tante cose da
questi fatti che sono successi domenica, dobbiamo lavorare più
direttamente con alcuni settori della popolazione, soprattutto con i
giovani che sono rimasti disorientati perché non ci stanno con questa
società, perché non gli piace la società socialista che vogliamo
costruire, ma che non sono voluti dagli Stati Uniti per le limitazioni
migratorie che creano e usano strumentalmente, prima li allettano e poi
non concedono i visti, li lasciano qui perché diventino un disturbo.
Qui non c’è un solo dirigente che abbia tradito, non c’è un solo
militare che abbia consegnato i suoi gradi, un solo militare o un solo
rivoluzionario che abbia disertato. Siamo sotto un attacco sferrato
dall’impero nordamericano che utilizza questi elementi per ricattarci,
per impedirci di lavorare. Nella storia della Rivoluzione ci sono sempre
stati i traditori, ma la Rivoluzioni ha sempre superato i traditori. La
Rivoluzione non ha mai avuto disertori, ha avuto persone confuse,
persone che non hanno capito le ragioni, persone che non si preoccupano
di informarsi, che non sanno trarre le informazioni dalle autorità,
dagli studiosi, dai ricercatori. Sono così tante le necessità e le
carenze che si può rimanere confusi.
In questo momento stiamo
vivendo una situazione di normalità. Cuba, la Cuba rivoluzionaria non è
quella che vedete nei clip. Quella è stata semplicemente e chiaramente
una manifestazione di elementi di disturbo, di elementi delinquenziali.
La Cuba vera è quella che sta difendendo la Rivoluzione, che sta
producendo, che sta lavorando nei laboratori, che sta preparando nuovi
medicinali.
La Cuba vera sono i medici e gli infermieri che stanno facendo la campagna di vaccinazione. Le vaccinazioni che sono state sospese domenica e lunedì sono state recuperate nei due giorni successivi, come si fa sempre nel nostro Paese. Il popolo per intero, il popolo in massa si è alzato, attraverso i dirigenti locali di ogni municipio e di ogni provincia, in appoggio della Rivoluzione. Chiaramente, i media occidentali non parleranno mai di questo, perché non conviene loro che si sappia la verità, a loro conviene intossicare il dibattito con le menzogne, con le foto e i video manipolati.
Dobbiamo stare all’erta, compagni. Abbiamo una pubblicazione molto
importante che si chiama cubadebate.cu, che è anche in italiano. Chi è
interessato può vedere anche un’altro sito che si chiama
razonesdecuba.cu, anche questa tradotta in varie lingue. Su questi siti
si parla della realtà del Paese. Non confondetevi con l’informazione
diffusa dai media che sono contro il progetto socialista cubano. Trovate
da soli la vostra verità.
Io vi esorto – e Cuba oggi ha bisogno più
che mai della solidarietà dei suoi amici - sabato 17, alle 15 ora
italiana a guardare la diretta dell’Istituto Cubano di Amicizia con i
Popoli. Spero che la vediate, che vi informiate, che rimaniate
aggiornati delle cose che stanno succedendo. Non vi confondete: Cuba non
consegnerà la sua Rivoluzione.
Grazie, cari compagni, per
l’attenzione, spero di rivedervi e abbracciarvi molto presto in questa
capitale che continua ad essere la capitale degli amici, la capitale
libera dell’America Latina.
Grazie, un abbraccio.
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