La repressione tra chi la pratica e quanti la subiscono: appunti a 20 anni dal G8

Ai margini di una iniziativa pubblica sono scaturite alcune considerazioni che riportiamo in sintesi

  • la repressione delle giornate del G8 è stata la risposta a un movimento globale che portava in piazza milioni di manifestanti avversi a un sistema capitalistico predatorio e basato sullo sfruttamento. La repressione fu particolarmente dura in Italia per varie ragioni non solo legate alla massiccia presenza di manifestanti a Genova ma anche perchè serviva una risposta dura ai movimenti antiglobalizzazione nel vecchio continente al fine di portare a compimento quel processo di ristrutturazione capitalista che in Europa si presentava particolarmente difficile. A distanza di pochi anni arriva la crisi del 2008 che accellera i processi di ristrutturazione incidendo pesantemente sulle condizioni di vita e di lavoro. Ma attenzione: la stessa pratica repressiva viene impiegata in maniera ricorrente, basti pensare a quanto accaduto negli ultimi mesi nella logisitica o nei movimenti che si oppongono alle devastazioni ambientali ferocemente attaccati e repressi.
  • Negli Usa, fin dai primi anni ottanta, registriamo quella tolleranza zero e lotta senza quartiere alle classi subalterne che scaturiva proprio dalle politiche neoliberiste, dalla speculazione immobiliare e finanziaria che investiva le città, dalla distruzione del welfare. Con la scusa di combattere il degrado urbano e la microcriminalità venivano smantellati i servizi sociali, si attuavano politiche, ancor piu' regressive di quelle di Reagan, in materia di lavoro e immigrazione, si rafforzava il sistema securitario potenziando la presenza nella società delle forze armate e di polizia e criminalizzando sistematicamente gli ultimi. Quanto accaduto negli Usa si verifica 15 anni dopo puntualmente in Europa, la nozione di degrado urbano e i pacchetti sicurezza presentano del resto innumerevoli affinità con la politica della tolleranza zero di Giuliani. Al pari di quanto accaduto negli Usa la parabola discendente dei diritti sociali in Europa ha determinato la crescente subalternità delle classi subalterne al capitale.
  • Chi oggi invoca la difesa della Costituzione come ultima spiaggia per la democrazia dimentica quanto accaduto negli ultimi decenni, il degrado urbano e i pacchetti sicurezza, le normative anti immigrazione, le normative in materia di lavoro hanno ridotto ai minimi termini le tutele collettive ed individuali cancellando tutte le conquiste degli anni sessanta e settanta. 
  • I poteri punitivi sono stati potenziati insieme alla criminalizzazione delle classi subalterne anche in virtu' dei meccanismi repressivi del capitalismo della sorveglianza e del rafforzamento dei sistemi repressivi. Ad oggi parlare di codici identificativi sulle divise delle forze dell'ordine è ancora un tabu' come del resto si evince dalla Sentenza di Strasburgo che condanna l'Italia per l'operato delle forze dell'ordine nel Luglio 2001. Quella sentenza accusava la Giustizia italiana e le massime autorità delle Forze dell'Ordine di reticenza per non avere fornito spiegazioni sulle sanzioni individuali inflitte agli uomini in divisa coinvolti, uomini in divisa che a distanza di anni hanno fatto carriera.  Per reati assai meno gravi dipendenti pubblici e privati sono stati perseguiti e licenziati.....
  • Se nelle carceri italiane si pratica la tortura è bene sapere che in quelle carceri possiamo finire tutti\e per innumerevoli reati e non sarà certo un Regolamento carcerario a impedire abusi e violenze.  Stesso ragionamento, all'insegna della solidarietà di classe (perchè i detenuti al pari dei disoccupati restano il potenziale esercito di riserva, e della memoria attiva e concreta, vale in ogni altro campo.
  • Nelle ultime settimane sono arrivate centinaia di denunce e di condanne agli attivisti sindacali , sociali e politici, su molti di loro pesa il reato di associazione sovversiva con possibili  condanne penali di anni e richieste di risarcimenti infiniti.  Piu' la situazione va avanti, maggiori saranno le possibilità di venire repressi in molteplici forme e modalità.
  • Il mgrante, come l'occupante di casa o il lavoratore che blocca i cancelli aziendali per scongiurare i licenziamenti, diventa oggetto di un sistema punitivo che lo trasforma in una sorta di essere umano di seconda categoria, senza reali tutele e diritti. Chi invoca il diritto super partes dovrebbe prendere atto del sistema di abusi costruito nel tempo che determina una sorta di geografia variabile nel campo dei diritti stessi.
  • Con la crisi sindemica appare evidente che la criminalizzazione del dissenso e i fenomeni repressivi siano sempre piu' parte integrante del processo di ristrutturazione capitalistica come le criminalizzazioni di settori sociali sempre piu' diffusi e indispensabili per lanciare un monito alle opposizioni
  • Si è rafforzato l'odio, e con esso la violenza, verso alcuni gruppi sociali o piu' genericamente contro  le minoranze ai margini della società, tuttavia in quella marginalità è sempre piu' facile finire inguaiati, è bene ricordarlo a quelle masse subalterne che votano Lega o Fdi pensando che prendersela con i migranti sia in fondo una sorta di risarcimento morale per la perdita dei diritti sociali. I loro diritti sociali non sono stati calpestati a causa dei migranti, anzi i fenomeni immigratori sono lo spauracchio agitato per non prendere coscienza della realtà.
  • Il sistema repressivo ha alimentato la militarizzazione del corpo sociale, aumentano gli abusi in divisa e sempre piu' diffusi settori politci puntano tutto sulla impunità delle forze dell'ordine fino a disconoscere anche il reato di tortura. Una società militarizzata che aumenta le spese militari a discapito di quelle sanitarie è una società dove le disuguaglianze crescono e altrettanto le violenze contro le classi subalterne.
  • La memoria andrà restituita prima a noi e poi alle masse popolari solo se riusciremo a collegare quanto accaduto nel recente passato ai nostri giorni, se si capisce che i fatti di Genova 2001 sono connessi con quanto avviene oggi nelle carceri italiane forse capiamo anche che i licenziamenti alla Fedex sono strettamente connessi a quanto accaduto alla Giannini o alla Gkn. Si tratta di episodi differenti ma tutti riconducibili alla medesima strategia di annullamento dei diritti sociali e di costruzione di una società che per affermare il primato del profitto ha sempre piu' bisogno di attuare politiche repressive nei luoghi di lavoro e nella società.

Commenti

  1. BRAVI! condivido e mi pare corrisponda a quanto c'è in "Polizie, sicurezza e insicurezze", Meltemi, 2021; le polizie e la repressione sono più che mai forgiate per garantire il pieno trionfo del liberismo. Per questo dobbiamo riprendere il suggerimento che viene dal movimento Black Live Matter: definanziare le polizie e gli affari militari, aumentare la spesa pubblica per i servizi socio-sanitari, per gli ispettorati del lavoro, dell'asl ecc., per i servizi pubblici in generale, per case popolari e non per grandi opere ... (Turi Palidda, eunotu@gmail.com)

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