Capitalismo made in Italy:sul ponte sventola bandiera bianca
Ricordate quando in Italia c'erano industrie, spesso statali, competitive sui mercati?
Dimenticatevi la storia degli anni sessanta e primi settanta perchè oggi non troverete una lavatrice o una tv, un telefonino made in Italy
Il ruolo dello stato in Italia era stato importante per scongiurare intrusioni ed incursioni dei grandi gruppi o almeno li aveva condizionati e limitati
Le poche multinazionali operanti in Italia prima della crisi erano poche ma per lo piu' italiane. Non ne facciamo una questione nazionale e men che mai nazionalista, vogliamo solo ricordare che le privatizzazioni dei Governi degli anni novanta hanno favorito non solo l'ingresso delle multinazionali estere ma allo stesso tempo hanno promosso una sorta di svendita le cui ripercussioni si sono sentite anche sul fronte salariale
Oggi si scopre che sempre meno aziende italiane restano sul mercato, anzi marchi italiani sono stati acquisiti da multinazionali straniere a prezzi spesso decisamente ribassati.
Anni fa il compianto Luciano Gallino scrisse anche un libro su questi argomenti, dal 2007 ad oggi un numero elevato di aziende italiane, con sede nel nostro paese, si è trasferito di fatto all'estero con le sedi legale trasferite. Il caso piu' eclatante è la fiat, rimasta in teoria la proprietà italiana, gli affari e il motore della azienda è altrove, gran parte del business negli Usa, la fiscale di Fca a Londra e le tasse pagate altrove
Telecom è passata alla Francia con l'acquisizione del gruppo Vivendi, Italcementi batte bandiera tedesca-Heidelberg-, Pirelli allo stato attuale resta in Italia ma nei prossimi anni si sposterà verso l'Asia con i cinesi di ChemChina azionisti di maggioranza.
Luxottica, la grande fabbrica degli occhiali si è fusa con i francesi di Essilor (fusione da 50 miliardi, non bruscolini...), la holding di famiglia si sposterà a Parigi
Nel settore alimentare la francese Lactalis la fa da padrone e sta provando a mettere le mani su quanto resta dei machi italiani
L’Indesit che produceva elettrodomestici ed era di proprietà dei democristianissimi Merloni è passata alla Whirlpool, multinazionale che ha subito ridotto la produzione e gli organici in Italia
Molte altre aziende con marchi prestigiosi sono stati nel corso degli anni acquistati dall'estero, il made in Italy spesso viene prodotto in aziende delocalizzate dove il costo del lavoro è ai minimi termini
Restano le aziende di Stato, Eni, Enel e Finmeccanica ma per quanto tempo ancora?
Dimenticatevi la storia degli anni sessanta e primi settanta perchè oggi non troverete una lavatrice o una tv, un telefonino made in Italy
Il ruolo dello stato in Italia era stato importante per scongiurare intrusioni ed incursioni dei grandi gruppi o almeno li aveva condizionati e limitati
Le poche multinazionali operanti in Italia prima della crisi erano poche ma per lo piu' italiane. Non ne facciamo una questione nazionale e men che mai nazionalista, vogliamo solo ricordare che le privatizzazioni dei Governi degli anni novanta hanno favorito non solo l'ingresso delle multinazionali estere ma allo stesso tempo hanno promosso una sorta di svendita le cui ripercussioni si sono sentite anche sul fronte salariale
Oggi si scopre che sempre meno aziende italiane restano sul mercato, anzi marchi italiani sono stati acquisiti da multinazionali straniere a prezzi spesso decisamente ribassati.
Anni fa il compianto Luciano Gallino scrisse anche un libro su questi argomenti, dal 2007 ad oggi un numero elevato di aziende italiane, con sede nel nostro paese, si è trasferito di fatto all'estero con le sedi legale trasferite. Il caso piu' eclatante è la fiat, rimasta in teoria la proprietà italiana, gli affari e il motore della azienda è altrove, gran parte del business negli Usa, la fiscale di Fca a Londra e le tasse pagate altrove
Telecom è passata alla Francia con l'acquisizione del gruppo Vivendi, Italcementi batte bandiera tedesca-Heidelberg-, Pirelli allo stato attuale resta in Italia ma nei prossimi anni si sposterà verso l'Asia con i cinesi di ChemChina azionisti di maggioranza.
Luxottica, la grande fabbrica degli occhiali si è fusa con i francesi di Essilor (fusione da 50 miliardi, non bruscolini...), la holding di famiglia si sposterà a Parigi
Nel settore alimentare la francese Lactalis la fa da padrone e sta provando a mettere le mani su quanto resta dei machi italiani
L’Indesit che produceva elettrodomestici ed era di proprietà dei democristianissimi Merloni è passata alla Whirlpool, multinazionale che ha subito ridotto la produzione e gli organici in Italia
Molte altre aziende con marchi prestigiosi sono stati nel corso degli anni acquistati dall'estero, il made in Italy spesso viene prodotto in aziende delocalizzate dove il costo del lavoro è ai minimi termini
Restano le aziende di Stato, Eni, Enel e Finmeccanica ma per quanto tempo ancora?
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