Referendum :l'avvocatura dello Stato al servizio dei padroni?

Da giorni si parla del referendum promosso dalla Cgil contro il jobs act, innumerevoli articoli per dire all'opinione pubblica che une eventuale inammissibilità decisa dalla Consulta il prossimo 11 Gennaio non sarebbe uno scandalo e una vergognosa manipolazione ma piuttosto una sorta di atto dovuto

Parliamo di estendere la tutela reale nel caso di licenziamento illegittimo ai lavoratori e alle lavoratrici il cui datore di lavoro occupa più di cinque dipendenti.

Ora veniamo a sapere che l'avvocatura dello Stato(quanto costa alla cittadinanza??) ha parlato di inammissibilità del quesito che «non si propone semplicemente di abrogare in tutto o in parte l’articolo 18, come riformulato dalla legge Fornero e dal Jobs act», ma, «in virtù di un intervento manipolativo», delinea una disciplina del licenziamento ingiustificato «completamente nuova e diversa rispetto a quella esistente prima delle suddette riforme del 2012 e del 2015».

Insomma abbiamo compreso bene? I manipolatori non sono quelli che hanno per anni raccontato balle sulle spese della Pubblica amministrazione, sulla Del Rio, sugli effetti benefici del jobs act sulla occupazione, manipolatori siamo noi tutti\e che questi provvedimenti governativi abbiamo avversato.

L’Avvocatura generale dello Stato è di parte perchè dovrà rappresentare la posizione del Governo davanti alla Corte costituzionale che l'11 Gennaio si pronuncerà sulla legittimità dei tre referendum sul lavoro presentati dalla Cgil.

Insomma il referendum sull'art 18 per l'avvocatura andrebbe respinto per la sua natura non abrogativa ma propositiva perché vorrebbe estendere le tutele ai lavoratori e non limitarsi solo a cancellare una legge, estendere tutele a chi non le ha mai avute come i\le dipendenti di aziende con almeno 5 dipendenti.

Veniamo da anni nei quali ci siamo detti e ridetti che la capillare presenza di piccole aziende avrebbe meritato l'estensione delle tutele anche milioni di lavoratori che erano rimasti senza tutele, non a caso l'offensiva dei padroni e del loro partito di riferimento (Il pd che annovera giuslavoristi formati dalla cgil e oggi sulle stesse posizioni di Confindustria) è stata diretta a cancellare per tutti\e queste tutele.

Evidentemente la paura del Governo Gentiloni, incolore clone del precedente, è di andare alle urne dove un quesito contro il jobs act sarebbe sonoramente bocciato costringendo questo esecutivo alle dimissioni.

Al di là delle opinioni e dei giudizi degli addetti ai lavori, non ci interessa stabilire se il quesito referendario “ridisegni” il quadro normativo, di sicuro gli anni della soppressione di tutele individuali e collettive hanno prodotto danni nefasti ai lavoratori e non sono serviti alla ripresa economica, piuttosto solo ai profitti padronali.

Ma l'avvocatura dello stato non si limita a contestare solo questo referendum, attacca a tutto campo anche gli altri quesiti e parla di vuoto normativo nel caso dei voucher (il vuoto potrebbe essere colmato in un giorno , ossia ripristinando la centralità dei contratti subordinati a tempo indeterminato\determinato) e prova a contrastare anche il referendum che vuole ripristinare le responsabilità in solido di appaltatore e appaltante in caso di violazioni nei confronti del lavoratore (ricordate quando criticavamo del nuovo codice degli appalti ?.)

Chiamati a fare il loro mestiere, gli avvocati dello Stato si prestano a trovare i motivi tecnici giuridici per tutelare le riforme del Governo che hanno solo cancellato tutele individuali e collettive giustificando un uso anomalo del voucher che si sostituisce ai contratti di lavoro.

Vedremo il giorno 11 come si pronuncerà la consulta ma è palese che non ci tapperanno la bocca con un parere tecnico legale

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