SALVAGUARDIA E AMPLIAMENTO DEI SERVIZI EDUCATIVI COMUNALI



Sono lontani i tempi nei quali genitori, educatrici e sindacato pensavano che i nidi non dovessero essere servizi a domanda individuale per approdare nel comparto della pubblica istruzione.

Da allora innumerevoli strutture a gestione diretta dei comuni sono stati esternalizzati e in molti enti figure come le custodi, le cuoche sono quasi scomparse dalle dotazioni organiche . Eppure queste figure svolgevano un ruolo importante nella gestione dei nidi e nelle attività educative per il buon funzionamento delle strutture.

Quale azione allora puo' essere attuata per la salvaguardia e lo sviluppo deoi servizi pubblici comunali su tutto il territorio nazionale?

Pensiamo che la rimozione di ogni vincolo in materia assunzionale sia la premessa necessaria e senza  mobilitarsi su tutto il territorio nazionale, contro il pareggio di bilancio e vincoli alla spesa del personale, non andremo da nessuna parte. Ogni ripresa dell'iniziativa sindacale non potrà prescindere da questi punti.

L'azione sindacale da sola non è sufficiente, per raggiungere anche una minima parte degli obiettivi si rende necessaria una alleanza con utenti e genitori e una ripresa della iniziativa contro gli appalti al ribasso e la applicazione dei contratti di peggior favore come quelli vigenti nelle cooperative.

Le educatrici italiane sono tra le meno pagate in Europa, nei servizi educativi è di norma garantire prestazioni aggiuntive senza alcuna corresponsione di indennità e di salario aggiuntivo.

Saremo impopolari ma pensiamo che in molti abbiano concorso alla supremazia degli asili privati, basti pensare agli orari di apertura, alle strutture date in convenzione, spesso le piu' moderne , quelle ubicate in edifici dove erano possibili tutte le attività educative.
Negli ultimi 10 anni sono cresciuti non solo i carichi di lavoro ma anche le difficoltà derivanti dall'elevata età delle educatrici, i rapporti tra educatrici e bambini\e che alcune Regioni hanno innalzato ma allo stesso tempo è cresciuto il disimpegno di numerosi enti locali in materia di educazione.

Per questo, pur sapendo che una vertenza nazionale sia di fondamentale importanza e insostituibile, ci sono alcuni punti sui quali avviare anche a livello locale una riflessione

Carichi di lavoro e lo stress lavoro correlato.

Uno dei decreti Madia si prefigge l'obiettivo di cancellare le dotazioni organiche (non ci riferiamo solo a personale educativo ed insegnante), noi pensiamo che organici stabili, sostituzioni sicure per le assenze brevi,  compresenza/orario di lavoro a contatto diretto siano argomenti rilevanti.
Le insegnanti  sono sempre piu' una categoria a rischio con patologie derivanti dalla movimentazione dei carichi e altre di natura psicologica e psichiatrica .

Ci sono studi che hanno dimostrato come questi disturbi siano collegati allo stress, ai carichi di lavoro e di responsabilità, alla natura sempre piu' precaria del lavoro intendendo come precario non solo la natura di un contratto a tempo determinato ma anche l'assenza di certezze su organici, carichi di lavoro. Per le educatrici pensare ad un ricambio generazionale con la possibilità di cambiare servizio, su richiesta, negli ultimi anni di servizio è un costo eccessivo per gli enti locali? Noi pensiamo di NO.   

Non è casuale infatti che tra i lavori usuranti debba essere riconosciuto anche il servizio educativo...

Sostituzioni supplenze brevi: lo abbiamo detto e scritto che la mancata , sostituzione del personale assente a qualsiasi titolo, rappresenti una priorità per erogare servizi di qualità. e migliorare le condizioni di lavoro. Forse bisogna anche pensare al superamento dello stesso concetto di supplenze brevi per istituire rapporti di lavoro piu' lunghi che abbiano tra le ragioni "sociali" una mobilità delle educatrici in piu' strutture per migliorare l'offerta educativa senza limitarsi al rispetto dei numeri minimi.

Bambini diversamente abili: è una chimera l'applicazione del  Dpr. n. 89/09, meglio dell' art 11, in base al quale “le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni”

Il servizio è ormai appaltato a cooperative avendo il pubblico rinunciato ad ogni ruolo diretto.  Nei servizi della prima infanzia non sempre viene garantito il servizio per i bambini diversamente abili o viene garantito con molte e ingiustificabili carenze.

Urge quindi costruire una piattaforma comune e una iniziativa conseguente.

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