Salario nel Privato? Variabile dipendente dai profitti. Il caso dei meccanici

Mentre alcuni parlano a vanvera della difesa del contratto nazionale, mentre altri spostano tutto sul secondo livello di contrattazione tra deroghe e accordi peggiorativi, i padroni sono ancora piu' lungimiranti e indicano la strada futura

La nuova intesa contrattuale dei metalmeccanici prevede solo l’adeguamento delle buste paga all’inflazione perché gli aumenti sono legati al risultato, anzi verrebbe da dire che diventano una variabile dipendente dai profitti di impresa.

I sindacati hanno ormai accettato che la reddittività di una impresa e piu'in generale le sue condizioni economiche determineranno gli incrementi di stipendio, quindi se non ci sono margini di profitto (a discrezione dei padroni che decideranno loro) gli stipendi potranno o restare fermi o subire magari qualche decurtazione con il ricorso agli ammortizzatori sociali.

Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per l’industria metalmeccanica , di cui già abbiamo parlato sul nostro blog,
nasce dal ripensamento dei rapporti tra contratto nazionale e aziendale, il primo dovrà solo occuparsi genericamente di adeguare i salari alla inflazione (con parametri che non permettono da anni l'effettivo recupero del potere di acquisto perduto), se invece ci saranno aumenti contrattuali, questi saranno demandati al secondo livello e legati all'aumento dei carichi di lavoro, agli straordinari, alla flessibilità, allo stato di salute (vero o presunto che sia) della impresa.

Leggendo articoli e dichiarazioni dei padroni si capisce la ragione di questo sbilanciamento: impossibile contrattare aumenti uguali per tutti, bisogna salvaguardare le imprese piu' in difficoltà, non aumenti a pioggia (un termine che nel pubblico impiego ha sancito la fine di ogni rivendicazione contrattuale e la divisione imperante della forza lavoro ricattabile attraverso la performance) ma solo una valutazione in linea con lo stato della impres .


Il nuovo Ccnl sposa la linea confindustriale (capito Landini??), consente alle imprese di accordare aumenti oppure no, insomma in un colpo solo annienta il potere di contrattazione e fa fare 10 passi indietro ai salari dei meccanici

Emblematico poi è lo stesso meccanismo di adeguamento delle retribuzioni all’inflazione.

Fino ad oggi nelle buste paga veniva calcolato il tasso della inflazione ed erogato, da oggi anche questa piccola certezza verrà meno, nasce cosi' un meccanismo legato agli indicatori registrati nell’anno precedente con un calcolo annuale della inflazione al netto dei costi dell’energia importata lasciando poi alcuni mesi alle aziende per completare il calcolo ed erogare a Giugno il cosiddetto aumento.

Ma questo ccnl è uno dei peggiori mai visti anche per altri motivi decantati dai padroni per esempio pensione e sanità integrativa, il rafforzamento del welfare aziendale, la negoziazione spostata sul secondo livello tra deroghe al contratto nazionale e interessi delle imprese da salvaguardare.

Con il contratto dei maccanici passa ormai l'idea che gli aumenti siano una variabile dipendente dall'andamento dei profitti aziendali e da qui nascono i cosiddetti premi di risultato, ai risultati ottenuti con i cosiddetti parametri oggettivi misurabili dall'azienda.

Chiedetelo ai dipendenti pubblici; 15 anni fa hanno ceduto su questi punti e ora si ritrovano da 8 anni senza contratto e con un potere di acquisto eroso, con i sindacati senza contrattazione e le trattative al massimo ribasso

Una fine indecorosa, quella dei meccanici, di cui un giorno speriamo di chiedere conto a Landini e company.

Commenti