I silenzi sulla composizione del fondo della produttività negli enti locali
Cogito ergo sum: a proposito del Fondo della Produttività e degli attacchi che sta per subire
SINDACATO GENERALE DI BASE PISA
http://delegati-lavoratori-indipendenti-pisa.blogspot.it/
Mentre
prosegue il vergognoso silenzio sui contratti, si delineano fin da ora
alcune insidie relative alla costituzione del fondo della produttività.
Contrariamente
a quanto asserito dai sindacati, già nella Riforma Madia (articolo 11
del Dlgs 75/2017), si sono gettate le basi per rivedere anche la parte
normativa dei contratti, una riforma peggiorativa piena di insidie e
trabocchetti.
Semplificare
le regole è il solito messaggio mediatico, ma anticipato dalle solite
intromissioni di legge nei contratti collettivi, e alla fine il
risultato sarà quello di ridurre gli spazi di manovra e di
discrezionalità alla Rsu sull'uso del fondo e delle sue singole voci,
nell’ ingessare la contrattazione e ridurre le voci delle indennità.
Alla fine si otterrà il risultato sperato dalla controparte datoriale e
dal governo:ridurre gli spazi di contrattazione e il potere di acquisto
dei salari.
Solo pochi giorni fa Il quotidiano Il Sole 24,
da solita “voce del padrone”, riportava le tesi di qualche ideologo
occulto che da sempre punta solo al taglio dei salari per abbassare il
costo del lavoro, e invocava la mano pesante contro gli accordi di
secondo livello risultati, a detta loro, troppo onerosi.
Sicuramente
la costituzione dei fondi negli enti locali è complessa, fin troppo,
basta leggere l’articolo 15 del contratto del 1° aprile 1999, ma gli
atti di indirizzo dei comitati di settore vanno in senso opposto,
semplificare perchè gli obiettivi sono quelli di ridurre gli spazi di
agibilità sindacale, soprattutto a livello di Ente, perché in fin dei
conti con i sindacati confederali e le loro espressioni territoriali ai
tavoli un “accordicchio" si trova sempre.
Siamo
quindi preoccupati alla ipotesi del consolidamento, in un unico
importo, delle risorse stabili del fondo, quelle che varranno anche per i
prossimi anni, non ci fidiamo di chi, come l'Aran , da anni invia
pareri e circolari solo per contenere le legittime richieste dei
lavoratori interpretando unilateralmente le norme contrattuale in
assenza di qualsiasi opposizione da parte di quei sindacati che quegli
accordi hanno firmato.
Il consolidamento, che sostituirà le singole componenti, come avverrà?
Siamo
certi di non perdere in questa semplificazione dei soldi soprattutto
con innumerevoli interpretazioni che lasciano fin troppo spazio alla
discrezionalità delle direzioni al personale?
E
non parliamo delle voci attribuibili ai singoli ma l'importo
complessivo dei fondi dai quali dipende la produttività? Il rischio è
evidente, se non certo, perché per le modalità di determinazione dei
fondi ad esempio è probabile che da quest’ anno rientrino nei tetti
anche le somme per incentivi previste dalle specifiche disposizioni di
legge ( progettazione, recuperi tributari, etc) che fino alla scorso
anno erano di fatto esclusi dai limiti e dalle riduzioni, costituivano
risorse aggiuntive e non incidevano sulle quote della produttività.
Potrebbe
altresì verificarsi che le indennità per le P.O. vadano a gravare in
tutti gli Enti sul fondo, incidendo di conseguenza sulle risorse
diversamente destinabili a tutto il personale.
E
infine quale sarà il compito del collegio dei revisori dai quali
dipende la conferma degli stanziamenti della contrattazione decentrata
prima che iniziano gli incontri fra amministrazione e sindacati?
Noi
siamo certi che i revisori non siano organismo super partes ma solo
garanzia per le politiche di contenimento della spesa. E infine chi ci
potrà assicurare che il consolidato non scateni la Magistratura
contabile contro la ricostruzione dei fondi giudicandola illegittima per
la erogazione delle solite somme "non dovute"?
E'evidente
che stiano facendo una grande confusione nell'ottica di confondere le
acque e impaurire i lavoratori e i loro delegati. Seminare paura e
rassegnazione è lo strumento con cui assoggettare i lavoratori facendo
loro accettare cio' che dovrebbe essere respinto.
Il
caso dei prossimi contratti è quanto mai emblematico, occorre star
vigili perché non è casuale che si facciano girare poche notizie sulla
contrattazione in corso dopo mesi, anzi anni, di silenzio sui quasi 10
anni di “blocco contrattuale”.
SINDACATO GENERALE DI BASE PISA
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