Pensioni e contratti nella Pubblica amministrazione:cgil cisl uil contestati nei luoghi di lavoro

Pensioni e contratti nella Pubblica Amministrazione: i lavoratori e le lavoratrici contestano cgil cisl uil

Ci vuole una gran faccia tosta, che indubbiamente non manca a Cgil Cisl Uil, per presentarsi ai lavoratori con le loro narrazioni tossiche sui contratti e sulle pensioni.Le assemblee farsa, in corso in molti posti di lavoro, dimostrano che i lavoratori e le lavoratrici non sono piu’ disponibili a subire le decisioni dei Governi e dei sindacati.
Assemblee convocate unitariamente da sindacati che sulla manovra in corso hanno opinioni diverse (vedere intervista alla Furlan su Huffington Post) ma sono accomunati dalla salvaguardia del business della previdenza integrativa. I fondi previdenziali? Faranno di tutto per costringerci ad aderire.
Non un’ora di sciopero è stata fatta contro la Riforma Fornero, oggi se ne paga le conseguenze con l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni che, nell’arco di pochi anni, diventeranno 70 (o quasi).
Oggi si capisce bene la ragione del silenzio assenso di cgil cisl uil che si presentano come piazzisti dei fondi di previdenza integrativa, tanto a pagare sono sempre e solo i lavoratori.
 Le conseguenze delle scelte operate negli anni si iniziano a intravedere, il sistema di calcolo contributivo ci condanna a pensioni piu’ basse, i precari di oggi saranno domani alla fame  Ci hanno detto che il retributivo (calcolare l’assegno previdenziale in base agli ultimi anni di stipendio) non andava bene, hanno abolito il sistema a ripartizione operando una autentica devastazione sociale con la scusa che le giovani generazioni non possono pagare le pensioni dei loro padri. Ma intanto i soldi delle nostre tasse sono indirizzati non ai salari, non al welfare, non alla manutenzione del territorio e delle scuole ma solo a pagare il debito. I lavoratori pagano sempre loro perché per anni hanno avuto i contratti bloccati e nel frattempo la Madia ha potuto far approvare le sue leggi che cancellano posti di lavoro nelle aziende partecipate procedendo con lo smantellamento di un terzo delle aziende costruite con i soldi pubblici. Lo smantellamento delle Province è stato quindi solo l’inizio…
Si utilizzano i soldi delle tasse per compiacere gli interessi dei privati e della speculazione finanziaria, cgil cisl uil a loro volta diventano i piazzisti della previdenza integrativa a gestire la quale ci sono , guarda caso , i loro dirigenti. Un evidente conflitto di interesse, chi dovrebbe difendere il lavoro e la previdenza pubblica ha interessi nel business della previdenza e sanità integrativa, invece di sottoscrivere contratti con aumenti contrattuali ci condannano ai bonus (come nel ccnl dei meccanici) barattando i soldi in busta paga con  la sanità e la previdenza integrativa. In questo modo si abbatte il potere di acquisto dei salari e si collabora attivamente alle privatizzazioni, allo smantellamento del welfare, si sottoscrivono contratti da fame.
Ci vengono a parlare della stabilizzazione dei precari ma senza dire che i 50 mila della Madia sono meno di un decimo del numero reale dei precari, la stragrande maggioranza di loro resta fuori dalla stabilizzazione perché i sindacati hanno preso per buoni i dati del Governo che rispondono solo ai dettami della Finanza e dei patti di stabilità.
I soldi per i contratti non ci sono ancora, gli aumenti reali saranno meno di 50 euro netti e se li scaricheranno sulla contrattazione decentrata arriverà la performance a dividere i lavoratori e le lavoratrici. Ma questi sono i soldi di tutti, a prescindere dall’età e dai livelli, allora perché non rivendicare la quattordicesima, l’abrogazione della Legge Fornero, il ritorno al sistema retributivo e destinare i soldi per le spese militari alla stabilizzazione dei precari?
Sono queste le rivendicazioni giuste, non sedersi ai tavoli sindacali accettando la Fornero, il progressivo aumento della età pensionabile, i contratti che nella parte normativa, in nome della semplificazione, ci restituiranno minori diritti e salari piu’ bassi,  dentro una contrattazione nazionale e di secondo livello a perdere.
I lavoratori e le lavoratrici non sono piu’ disposti\e a subire le narrazioni tossiche dei sindacati complici del Governo, vogliono mobilitarsi non per pagare le mega buone uscite\pensioni dei sindacalisti ma per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, le retribuzioni loro e delle generazioni future.
E allora continuare a dare fiducia ai piazzisti della previdenza e della sanità integrative è non solo sbagliato ma un boomerang che indebolirà ulteriormente il nostro potere di acquisto e di contrattazione. 15 anni fa nel settore privato contestammo il silenzio assenso dei lavoratori per aderire alla previdenza integrativa, oggi lo riproporranno anche nel pubblico impiego
Serve mobilitarsi ma su obiettivi chiari senza calpestare con menzogne e narrazioni tossiche le legittime aspirazioni dei lavoratori e delle lavoratrici.


SINDACATO GENERALE DI BASE

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