Lavorare meno...lavorare tuttti\e?

Abbiamo letto un articolo su Il sole 24 Ore dove si parla degli apporti tecnologici di Industria 4.0 che renderebbero possibile lavorare fino a oltre 70 anni. Prodotto della robotica o della demagogia padronale?

Si dimentica che gli over 60 a lavoro mai sono stati tanto numerosi come oggi, anzi per effetto delle riforme pensionistiche si andrà in pensione obbligatoriamente a 70 anni e solo poche figure potranno farlo pochissimi anni prima.

La retorica e la demagogia padronale hanno il "pregio" di addolcire la pillola, il vero problema è quindi un altro ossia che nell'arco della vita, gli anni dedicati al lavoro sono sempre piu' numerosi e quando a 60 si viene espulsi dal ciclo produttivo difficilmente si trova un altro impiego con gli ultimi anni di vita all'insegna della miseria.

Una recente statistica dimostra la crescita dei disoccupati tra i giovani e la tendenza ad assumere con vari contratti flessibili e prestazioni occasionali chi è già in pensione, ora si tratta di formare una forza lavoro in grado di rientrare nei piani padronali e cosi' flessibile da potere essere spremuta per decenni.

La domanda allora alla quale rispondere è un'altra:  la tecnologia  in arrivo quanti posti di lavoro distruggerà? E quanti posti di lavoro saranno creati? Quali saranno le conseguenze sulla classe lavoratrice e la loro composizione?
Recenti contratti nazionali hanno aumentato la settimana lavorativa, anche due sole ore rappresentano un aumento dello sfruttamento e dei profitti padronali perchè in cambio vengono erogati pochissimi euro che non compensano neppure le spese di viaggio da casa a lavoro. In molti non lo hanno capito ma i processi di innovazione si basano sull'incremento dello sfruttamento e del plusvalore, per farlo hanno anche bisogno di un quadro normativo e contrattuale funzionale a tale scopo.

L'avvento di Industria 4.0 impone anche un salto di qualità nella formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, ci saranno nuovi programmi da imparare e da applicare, programmi che determineranno la supremazia di alcuni marchi industriali rispetto ad altri.

Le aziende pubbliche e private da anni investono poco e male nella formazione, ora la formazione diventa determinante in Industria 4.0, sarà un colossale business destinato anche a creare delle nuove forme di assoggettamento culturale ai processi innovativi capitalistici.


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