Pensioni :enigma e mistero?

E' in corso una trattativa sulle pensioni tra Governo e sindacati ma gli esiti saranno assolutamente deludenti.

Nelle ultime ore il Governo sta valutando di allargare la platea dei cosiddetti lavori “gravosi”  esentando circa 4000 persone dall' innalzamento della età pensionabile a 67 ann .  I numeri precisi sono ovviamente ignoti.
La trattativa prosegue sul binario gradito al Governo, non sia mai che il sindacato decida di avanzare proposte incompatibili con le leggi di austerità, si parte dalle 15 mansioni gravose esentate dall'innalzamento dell'età pensionabile collegata all'aumento della aspettativa di vita, insomma tutto si muove nell'alveo della Legge Fornero.
Un'altra ipotesi, a carico non delle aziende, è  il prolungamento a tutto il 2019 dell’Ape social, ma servono soldi visto che nella bozza della Legge di Bilancio prossima alla discussione c'è solo il prolungamento dell’Ape volontario e aziendale,  per la quale il Governo si è già accordato con Unicredit e varie assicurazioni per erogare prestiti ventennali e rateizzati.

Ricordiamo intanto che l'ape volontario è stato un flop, sono assai meno del previsto i lavoratori e le lavoratrici che hanno scelto di indebitarsi per andare in pensione con pochissimi anni di anticipo, un debito da pagare con relativi interessi alle Banche e alle assicurazioni.

L ’Ape può essere richiesto infatti alle seguenti condizioni: 63 anni  di età , tre anni prima della scadenza naturale, possesso del requisito contributivo minimo di venti anni e una pensione, al netto della rata di ammortamento corrispondente all’Ape richiesta,  pari o superiore, a 1,4 volte il trattamento minimo. I lavoratori e le lavoratrici questa volta hanno fatto bene i loro calcoli e la stragrande maggioranza di loro ha deciso di non regalare soldi alle banche.

Ma torniamo alla trattativa al ribasso in corso , sicuramente la platea dei lavori gravosi andrà allargata (a loro si aggiungono i disoccupati e chi è in condizioni di “invalidità” e in possesso dei requisiti Ape) ma andrebbe riportata la discussione su un altro piano ossia sulla necessità di favorire il lavoro per le nuove generazioni e non accrescere l'età lavorativa  visto che l' aspettativa di vita non cresce in base alle previsioni della Fornero. Ma  ancora una volta si preferisce guardare al problema solo in termini compatibili con la contrazione della spesa pubblica e si rinvia ad una non meglio definita commissione scientifica che sappiamo, fin da ora,  produrrà solo risultati deludenti.

Non è accettabile una trattativa finalizzata solo a contenere i danni o a sponsorizzare la previdenza integrativa, il business che accomuna aziende, enti pubblici e sindacati ( parliamo della detassazione della previdenza integrativa per gli statali).

 Per noi l'allungamento dell’Ape social al 2019 è solo una soluzione tampone che non risolve i problemi reali  perchè si andrà sempre e comunque in pensione a 67 anni di età nel 2019 e si richiederanno per l'anticipo  43 anni e 3 mesi di contributi agli uomini e 42 e 3 mesi per le donne. La proposta del Governo per ammissione della stessa Cgil salverà dall'aumento dell'età pensionabile solo 4300 lavoratori\trici, il 2,18 % dei pensionamenti previsti, allora se queste sono le proposte cosa stanno a fare cgil cisl uil ai tavoli governativi? L'ennesimo accordo al ribasso a vantaggio solo del business (anche loro) della previdenza integrativa!

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