Industria 4.o e università

Rivoluzione 4.0 avrà un effetto (devastante?) anche sulle lauree o meglio sulle materie e sui contenuti dei corsi universitari. Da anni ormai si studia negli atenei italiani materie ad uso e consumo dell'industria culturale e delle aziende , non si tratta solo di ammodernare i corsi di laurea rafforzando la conoscenza delle lingue straniere, in ballo c'è ben altro.

Sono ormai migliaia i laureati italiani costretti a cercare lavoro all'estero, o perchè respinti dalle logiche baronali dentro l'ateneo o dall'irrisorio finanziamento statale alla ricerca, medici o anche infermieri italiani operano negli ospedali del Nord Europa da anni con stipendi decisamente superiori ai loro colleghi rimasti in "patria". Leggere quindi che le aziende devono trovare competenze all'estero è mortificante per il numero sempre piu' elevato di cervelli in fuga. Ma è evidente che quando si arriva a scrivere cose del genere si mira direttamente ad un obiettivo: riscrivere i programmi di ricerca e di studio, costruire in laboratorio laureati rispondenti a certe caratteristiche, lauree da laboratorio.



Le aziende da tempo finanziano gli atenei solo se questi accettano alcune condizioni come creare corsi di laurea funzionali alle richieste delle imprese, un po' come avviene per le fondazioni culturali che beneficiano di finanziamenti solo piegandosi  alle ragioni del marketing.
 
 Molti lavoratori italiani dovranno cambiare radicalmente le loro competenze, intanto in giro non si vede alcuna progettazione in ambito formativo e tecnico, Industria 4.0 rischia di sommergere il mondo della ricerca e dell'università imponendo cambiamenti radicali senza alcuna pianificazione, lo farà con la violenza tipica dei processi di ristrutturazione capitalistica.

Non siamo ancora in grado di capire cosa siano le nuove competenze digitali, se non nella continua raccolta di dati e informazioni sui clienti, sui loro gusti, desideri e bisogni per tramutarli in prodotti di mercato. Per arrivare a questi risultati non ci saranno grandi investimenti in moltissimi ambiti della ricerca, si cerca solo di migliorare la sicurezza della rete, della gestione di dati, sviluppare connessione permanente, efficacia dei prodotti informatici.

Ne ha parlato recentemente Confindustria in un convegno ma da qui a comprendere realmente i cambiamenti futuri corre grande differenza. Allo stato attuale si capisce che la ricerca teorica o quella in ambito filosofico ed umanistico avranno spazi di agibilità sempre piu' ristretti, si investirà per rendere un prodotto efficace e competitivo costruendo attorno ad esso una filiera di controllo, i programmi degli esami  costruiti in base alle esigenze del mondo produttivo e dei mercati,  fin qui tanto spot pubblicitario ma poca sostanza.


Saranno quindi i prossimi anni a permetterci di capire bene quali saranno le ripercussioni di Industria 4. 0 sulla conoscenza e sui giovani universitari.

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