Se mancano medici,allora perchè continuare il numero chiuso?

Mancano i medici in Italia, eppure se ne assumono pochi, con il contagocce, nelle strutture pubbliche e numerosi sono quelli costretti ad andare all'estero per una occupazione stabile. Solo nei paesi del Nord Europa sono migliaia tra infermieri, terapisti e medici  italiani ad avere trovato quella occupazione, magari anche piu' retribuita, che non avevano avuto nel loro paese.

Tra il 2017 e il 2027, oltre 29 mila medici di famiglia del Servizio sanitario nazionale andranno in pensione ma nessuno sta ancora pensando a come sostituirli, del resto la programmazione per il Ministero è solo una parola dal significato oscuro. Anzi, il problema sembrerebbe invece l'esatto contrario, meno medici di base e pubblici ci sono tanto piu' si rafforzerà il sistema privato.
 
 Da anni abbiamo il numero chiuso negli accessi alla facoltà di medicina, perfino per i diplomi di laurea, un sistema malato che porta per esempio studenti di Firenze ad essere ammessi a Pisa con obbligo di frequenza e orari di lezioni tali da costringere le famiglie a trovare un posto letto anche se la distanza tra casa e facoltà è inferiore a 1ora e mezzo. Con il numero chiuso le spese universitarie aumentano ma anche di questo il Governo non vuole occuparsene.

Se ogni anno abbiamo poco piu' di 1000  medici di base abilitati, saranno meno di 11mila  i medici formati nel prossimo decennio a fronte di 26 mila pensionamenti. Se questi sono i dati, allora come pensiamo di fare fronte alla emorragia dei medici di base dei prossimi anni? Le risposte ovviamente non ci sono, stanno magari pensando ad innalzare il numero dei pazienti per ciascun medico con il risultato di  peggiorare la qualità della assistenza riducendo il medico di base ad un ruolo ben poco edificante. Il vero rischio che corre la sanità italiana è di avere tra un decennio ben 26 milioni di italiani senza assistenza sul territorio, già oggi non siamo messi poi cosi' bene se il 25 % della popolazione ammette di avere rinunciato almeno ad una prestazione nell'ultimo anno per mancanza di soldi.  E se, poi,  la civiltà un paese si misura dalle cure e dalle prestazioni socio\sanitarie\cultuali garantite, non nutriamo grandi speranze per il nostro paese.

Chi al Ministero dovrebbe porsi questi problemi e trovare il modo per affrontare l'emergenza sembra essere totalmente disinteressato, forse perchè la finalità di cotanto disinteresse è quella di favorire il privato e la previdenza integrativa.  Analogo discorso vale per i pediatri, anche qui avremo quasi 4.500 uscite nei prossimi anni , a fronte di 2.850 ingressi. Il rischio che corriamo è di avere 1,6 milioni i bambini senza pediatra con buona pace di chi ogni giorno, come il ministro Lorenzin, ci riserva luoghi comuni su assistenza  e vaccinazioni.

Paradossalmente la popolazione diventa sempre piu' vecchia e invece di accrescere la presenza di medici la diminuiamo e la stessa formazione rivolta ai medici di base langue come il numero delle borse di studio.

Ci pare evidente che l'obiettivo del Governo sia fin troppo chiaro: affossare la sanità pubblica facendo mancare le figure professionali indispensabili per erogare i servizi. 

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