1° MAGGIO: FESTA DEL LAVORO. UN GIORNO IMPORTANTISSIMO IN CUI RIFLETTERE


1° MAGGIO: FESTA DEL LAVORO.
UN GIORNO IMPORTANTISSIMO IN CUI RIFLETTERE

Comitato popolare di San Giuliano Terme

Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi".

Parigi - 20 luglio 1889

Congresso della Seconda Internazionale Indizione del primo 1°maggio mondiale 

Il 1° Maggio si celebra la Festa dei lavoratori (o del lavoro). Una celebrazione importantissima che trova le sue origini nelle battaglie del movimento sindacale per la conquista di un diritto ben preciso: l’orario lavorativo quotidiano limitato a otto ore. 

All’inizio del XIX secolo l’orario di lavoro era di circa 14 ore (praticamente dall’alba al tramonto !). Nel 1827 nacque a Filadelfia, negli Stati Uniti d’America, quella che molti ritengono la prima unione sindacale al mondo: la Mechanic’s Union of Trade Association (MUTA). Tra le principali rivendicazioni della MUTA c’era la riduzione dell’orario di lavoro a 10 ore, concessione ottenuta nel 1837 soltanto per i dipendenti pubblici.  Nel 1855 i movimenti sindacali dell’Australia coniarono lo slogan “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”, riuscendo a raggiungere l’obiettivo – almeno per alcune categorie - già nel 1856.  

Negli Stati Uniti la questione delle otto ore tornò di attualità dopo la fine della Guerra di secessione: nel 1866 lo stato dell’Illinois approvò una legge che introduceva appunto la giornata lavorativa di sole otto ore. Questa legge però prevedeva tante limitazioni da impedirne di fatto l’estesa e effettiva attuazione. 

Proprio per protestare contro queste limitazioni, il 1° maggio 1867 – il giorno in cui la legge sarebbe dovuta diventare operativa - diecimila lavoratori sfilarono per le strade di Chicago (la più grande città dell’Illinois). La rivendicazione delle otto ore entrò così nel patrimonio culturale della classe operaia americana: con la partecipazione dei rappresentanti della prima associazione sindacale su scala nazionale, la National Labor Union (NLU), ai lavori del congresso di Ginevra questa rivendicazione venne accolta e fatta propria anche dalla Prima Internazionale. 

La crescente combattività dei lavoratori portò ovviamente a misure repressive nei loro confronti.  Nel 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions, organizzazione sindacale fondata alcuni anni prima, indicò nel 1° maggio 1886 la data limite oltre la quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno. Allo scadere di questo ultimatum, non avendo raggiunto accordi precisi sulle otto ore, circa 400.000 lavoratori dei più grossi centri industriali statunitensi scesero in piazza.  Lo sciopero assunse dimensioni particolari a Chicago, dove si ebbero duri scontri tra lavoratori e polizia con un bilancio di sette agenti e tre operai morti e la condanna a morte di quattro esponenti del movimento operaio (le condanne in realtà furono sette: due vennero però commutate in ergastoli e un terzo si suicidò nella cella). A Livorno la notizia dei fatti di Chicago provocò una rivolta contro le navi statunitensi ospitate nel porto.

Nel 1889 la Seconda Internazionale, riunita in congresso a Parigi, si impegnò ad organizzare una giornata dei lavoratori, da svolgersi in tutti i paesi e in tutte le città, per rivendicare il diritto alle otto ore: nel 1891, al successivo congresso di Bruxelles, si stabiliva che questa giornata doveva essere celebrata il 1° maggio di ogni anno per ricordare e celebrare la manifestazione di Chicago del 1886. Era nata la Festa dei lavoratori: era nato il “1° maggio”. In Italia questa giornata si celebrerà per la prima volta nel 1891, in un clima di estrema tensione. 

Una festa importante per una paese come il nostro, una Repubblica – come ci dice la Costituzione – fondata proprio sul lavoro. Come disse John Lennon, “Il lavoro è vita lo sai, e senza quello esiste solo paura e incertezza”: purtroppo la grave crisi che viviamo ormai da troppo tempo ci ha regalato proprio paure e incertezze. Il mondo del lavoro è stato devastato e la pandemia ha complicato le cose: sono decisamente peggiorate le opportunità di trovare un’occupazione per i giovani, di stabilizzare il percorso lavorativo dei troppi precari, di reinserimento di chi ha perso già un lavoro.

 Il problema è grave per la sua entità e per le sue implicazioni: giorno dopo giorno aumenta il rischio di intrappolamento nelle condizioni di inattività, con lo scadere della motivazioni e il deteriorarsi delle competenze. Dobbiamo fare qualcosa per recuperare questa situazione prima che sia troppo tardi.

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