I becchini dei buoni pasto

Quasi tutti  i contratti di lavoro prevedono l’erogazione di “buoni pasto" in alternativa ai servizi di mensa. In diversi casi il buono pasto e il buono benzina rappresentano lo strumento con cui viene erogato parte del salario accessorio legato alla produttività.

 A guadagnarci sono state le imprese che hanno risparmiato sui costi della mensa e risparmiano anche nel caso dei buoni erogati  come salario accessorio in virtù di esenzioni fiscali (i risparmi aumentano nel caso dei buoni elettronici) 

I buoni pasto dipendono dalla contrattazione collettiva, ironia della sorte non sono un elemento stabile della retribuzione e restano una sorta di aiuto assistenziale, eppure se i datori avessero una mensa per il personale spenderebbero molto di piu' . Teniamo conto che il buono è anche il risultato della flessibilità che porta i lavoratori e le lavoratrici a ridurre al minimo la pausa pranzo, anche al di sotto della canonica durata per poi spendere in supermercati convenzionati il buono. 

Un grande risparmio per le aziende ma anche una occasione di business per le società che cedono i buoni alle imprese a un prezzo scontato anche  se poi la cosa si ripercuote sulle condizioni imposte agli esercenti commerciali 

Alcuni buoni poi sono spendibili ovunque ed altri, proprio per condizioni imposte agli esercenti  assai meno, alcune società gestrici dei buoni negli anni passati sono fallite, molti esecizi giudicano non convenienti alcuni buoni e non accettano le convenzioni tanto che sono quasi dimezzati gli esercizi dove è possibile spendere i buoni stessi. La tendenza crescente da qualche anno è di spendere i buoni nei supermercati portandosi da casa il pasto che viene consumato sulle postazioni lavorative alimentando i processi di alienazione 

La fine delle mense è dettata da tante cause ma soprattutto dal fatto che sono cresciuti i tempi di lavoro a discapito di quelli di socializzazione perchè consumare un pasto con colleghi\e è anche un modo per alleviare tensione e stress.

La questione puo' sembrare di scarsa rilevanza ma fotografa una condizione di lavoro all'insegna della precarietà e dello sfruttamento, erogare direttamente in busta paga i buoni non sarebbe forse conveniente e in ogni caso avrebbe ripercussioni negative sulle attività commerciali come bar e ristorazione.

Sul buono pasto si stanno muovendo anche gli interessi del welfare aziendale e non ci meraviglieremmo se per favorire le imprese i sindacati firmatari di contratto inventassero soluzioni alternative.


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