La flessibilità non genera occupazione ma solo sfruttamento

 Sono ormai lontani i tempi nei quali i contratti di riferimento erano essenzialmente due: i contratti a tempo indeterminato disciplinati dai vari ccnl e i contratti stagionali o a tempo determinato.

Dal pacchetto Treu in poi si sono succedute controriforme in materia di lavoro che hanno dilatato il numero e le le tipologie dei contratti flessibili e nel frattempo il sistema produttivo italiano ha iniziato una fase di lunga decadenza.

Tanto maggiori saranno le flessibilità dei contratti a tempo determinato tanto minore sarà la possibilità di tramutarli in contratti veri e propri ossia a tempo indeterminato

E a farne le spese non sono solo i giovani ma la forza lavoro con minore istruzione e tutele assai ridotte.

 A fine 2021, la disoccupazione giovanile in Italia era al 29,8 per cento,  siamo il quarto paese nella Ue con la disoccupazione più alta e  lo smantellamento delle Province e il venir meno di tanti corsi formativi professionali ha giocato un ruolo importante. I cosiddetti Neet, nel 2020 superavano i 2 milioni, oltre il 25 per cento dei giovani, tante parole spese inutilmente sul lavoro giovanile a conferma che è proprio la precarietà la causa principale del fenomeno senza dimenticare che in futuro, con pochi contributi, le pensioni saranno irrisorie costringendo lo Stato ad interventi risolutivi e di sostegno ad assegni previdenziali troppo bassi

Nel 2015 l'allora ministro Poletti aveva cancellato l'obbligo delle causali per i contratti a tempo determinato, da allora cresce a dismisura il fenomeno dei Neet. la disoccupazione giovanile e il ricorso alla flessibilità

Anche la decontribuzione per tre anni in caso di conversione dei rapporti a tempo indeterminato ha fatto la fortuna delle imprese senza portare significativi benefici all'occupazione a conferma che gli aiuti alle imprese, anche sotto forma di sgravi e decontribuzioni non hanno aiutato l'occupazione almeno nei termini sperati.

Gli effetti del jobs act e la cancellazione delle tutele previste un tempo dall'art 18 hanno avuto effetti limitati sulla occupazione ma sono serviti per ridurre al silenzio la forza lavoro alimentando la spirale repressiva laddove invece si sono costruite vertenze significative come nel settore della logistica.

Di conseguenza accrescendo la flessibilità e ponendo fine a ogni controllo effettivo sulla tipologia contrattuale flessibile non solo i risultati occupazionali sono stati alquanto modesti ma è cresciuta la repressione nei luoghi di lavoro.

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