La rabbia è il motore dell'umanità

riceviamo e pubblichiamo questa lettera inviata al nostro Blog

 In un recente libro di Franco Palazzi (La politica della rabbia -edizioninottetempo.it) la rabbia assume connotati positivi diventando “la dinamo che avvia il motore dell’utopia, la fiamma che produce una prima zona franca nell’oscurità dell’ideologia – è il no di chi non si presta”.

Per anni abbiamo pensato alla rabbia come un sentimento irrazionale e autodistruttivo, mai propositivo e incapace di costruire processi di cambiamento radicale della società. La rabbia è stata identificata con movimenti di protesta destinati a esigua durata e a cocenti sconfitte, eppure sarebbe sufficiente guardare al passato per comprendere come la rabbia sia stata anche la molla che ha acceso fuochi culturali ed ideologici , di rottura politica con equilibri che avevano da tempo manifestato la loro irreversibile crisi.

Dopo due anni di pandemia e davanti a scenari di guerra destinati a durare nel tempo la rabbia non è ancora esplosa e non è detto che si manifesti in un clima nel quale dominano paura e rassegnazione. Perfino i tagli annunciati a scuola e sanità, i mancati investimenti nella salute pubblica nonostante oltre 100 morti al giorno di Covid sembrano non smuovere le coscienze, ci siamo assuefatti ad una sorta di supina accettazione dell'esistente senza mai rimettere in discussione la vulgata ufficiale che si avvale di una narrazione tossica, rassicurante o melodrammatica all'occorrenza, costruita su pseudo verità scientifiche o meglio su luoghi comuni.

Ho partecipato per settimane alle mobilitazioni contro la guerra e rispetto al passato i numeri sono stati veramente esigui , la debolezza dei movimenti sociali, l'assenza di intellettuali critici, il ripiegamento dei movimenti sociali e sindacali non permettono di comprendere quanto grave sia la situazione.

La guerra provoca morte e distruzione ma ha anche impatti ambientali elevati, basterebbe guardare agli effetti dei bombardamenti sull'inquinamento del territorio che alla lunga produce un elevato numero di morti.

C'è chi pensa al nucleare pulito come alternativa all'energia dei fossili, eppure le centrali nucleari sono state fonti  di inquinamento irreversibile portandosi dietro migliaia di morti.

La rabbia cova sotterranea e chi come gli studenti ha provato ad alzare la testa viene raggiunto da mandati di arresto come accaduto nelle ore scorse a Torino.

Nutrire dubbi e alimentare la rabbia è oggi necessario per non subire una informazione manipolata ma per tornare protagonisti di un cambiamento sempre più necessario. Perchè non si arriva a fine mese e i sacrifici che la guerra imporrà saranno tali da farci perdere non solo ulteriore potere di acquisto ma anche fonte di un inquinamento ideologico che porterà molti\e a giustificare la militarizzazione dei territori magari in cambio di contropartite come la rigenerazione urbana. Eppure se vogliamo salvaguardare salute ed ambiente dovremmo investire fondi per salvaguardare i territori invece di pensare ad accrescere le servitu' militari.

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