La vocazione italiana alle servitu' militari

 Il lungo secolo dell'imperialismo Usa

Incontro dei giorni scorsi tra Biden e Draghi: la sempre verde sudditanza dell'Italia agli Usa

«Italia grande alleato degli Stati Uniti. Putin non è riuscito a dividerci», sono queste le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Draghi in visita ad Washington dove ha ribadito la sudditanza italiana al potente alleato Usa.
La scelta di Biden di intensificare l'invio di armi di ultima generazione all'Ucraina (dove già operano migliaia di contractors proveniente dalle divisioni di elites degli eserciti Nato come dimostrato con la resa del battaglione Azov)  e di portare avanti il conflitto in corso va verso la tutela degli interessi europei?

Biden è veramente l'amico dell'Europa come ribattezzato da Draghi o la sua politica di guerra è funzionale all'economia Usa e a mero discapito di quella europea?

Stando ai dati economici si capisce come il protrarsi del conflitto accrescerà il divario tra Usa e Ue, l'unità invocata si regge sulle sanzioni contro la Russia che hanno ripercussioni negative sull'economia europea e la condannano alla dipendenza energetica dagli Usa  a costi superiori del 500% . L'innalzamento dei tassi di interessi Usa avrà ben presto ripercussioni sulla politica monetaria dell'Euro e lo spread italiano tornerà ad essere fuori controllo.

 Draghi si erge a paladino di negoziati credibili e del cessate il fuoco, parole di circostanza negate in sostanza dalla linea politica intrapresa da Biden che mira alla sconfitta militare della Russia e al controllo Ucraino e della Nato sulle regioni separatiste in attesa dell'ampliamento della Alleanza Atlantica a paesi fino ad oggi neutrali come Svezia e Finlandia.

Un negoziato credibile dovrebbe scaturire da ben altre scelte, innanzitutto da una politica estera europea non appiattita sui voleri Usa per non parlare dell'invio di armi all'Ucraina, una politica estera che dovrebbe almeno intraprendere la strada di credibili negoziati tra i due contendenti.

Il vero problema è quindi rappresentato dalla Nato che detta la linea alla politica estera europea e gli sforzi per favorire un negoziato tra i due contendenti sono deboli e isolati e comunque in subordine alla strategia di guerra che mira direttamente all'indebolimento della Russia e della Cina.

La stessa trasformazione energetica globale gioca un ruolo dirimente tra le spinte nucleari della Francia che suscitano sempre maggiore interessi in paesi come il nostro che il nucleare bocciò, a stragrande maggioranza, in un Referendum tanti anni or sono. I nuovi corridoi energetici come il business delle energie rinnovabili avranno implicazioni geopolitiche e definiranno nuovi assetti di potere.

E' indubbio che la svolta green dell'economia mondiale cambierà anche il complesso delle relazioni tra gli stati, alcune nazioni che basavano la loro forza sui combustibili fossili potrebbero uscire indebolite e destinate ad una crisi irreversibile ma gli evidenti ritardi della ue nelle rinnovabili giocheranno solo a favore degli Usa.

Occorre grande attenzione verso i cambiamenti globali che spostano assetti ed equilibri verso altre aree del mondo, da anni la Cina investe in tecnologie rinnovabili pur essendo ancora dipendente dai combustibili fossili. E dopo avere isolato e indebolito la Russia il prossimo obiettivo della politica Usa sarà quello di ridimensionare la Cina.

Molti di noi non hanno mai sentito parlare del cloud computing ossia della distribuzione di servizi di calcolo, come server, risorse di archiviazione, database, rete, software, analisi e intelligence, tramite Internet (“il cloud”), questi servizi sono garantiti oggi per lo più da Cina e Usa che occupano il 90% delle piattaforme esistenti e finanziano il 94% delle start up nel mondo (report_2022_la_grande_transizione.pdf (ispionline.it)

E sul terreno di queste moderne tecnologie si giocano i futuri rapporti di potere, è quindi assai probabile che la spinta Usa sia quella di creare tensioni continue con la Cina.

Ma torniamo all'incontro tra Biden e Draghi, i temi trattati sono molteplici e riguardano la cosiddetta sicurezza alimentare e quella energetica con l'interessato aiuto offerto dagli Usa all'Europa per le forniture di gas liquefatto (Gnl). che oggi rappresentano solo il 10% delle  importazioni  italiane di Gnl. 

Se oggi è indubbia la dipendenza energetica dalla Russa nei prossimi anni la dipendenza resterà invariata cambiando il patner (Usa al posto della Russia) e a costi decisamente maggiori, cinque volte tanto, con impatti negativi sull'economia del vecchio continente.

Il protrarsi della guerra favorirà soprattutto l'economia Usa e in questa ottica va lettala nuova legge statunitense per accrescere e facilitare le forniture di armi  a Kiev e a tutti i paesi dell’Europa orientale, parliamo del Lend-Lease Act del 2022, che si ispira ad un atto già adottato agli albori della seconda guerra mondiale per favorire gli aiuti militari agli alleati in lotta contro la Germania di Hitler. 

La retorica americana di una potenza interessata alla salvaguardia della democrazia e della pace, a salvaguardia degli interessi e dei valori occidentali, la difesa del lungo secolo americano ha sempre più bisogno di appigli etici e morali in nome dei quali ogni politica espansionista della Nato diventa giustificata e con essa anche il protrarsi della guerra in Ucraina allontanando ogni ipotesi di accordo che possa riconoscere l'autonomia alle regioni separatiste.

E la supremazia Usa in campo tecnologico militare oltre a rappresentare il classico neokeynesismo di guerra ha anche ripercussioni sul conflitto in corso con l'intelligence occidentale che, attraverso droni e satelliti, partecipa attivamente ad una guerra ufficialmente non dichiarata ma combattuta con invio di armi e i sistemi di ultima generazione che individuano gli obiettivi da colpire.
E la sudditanza Italiana al potente alleato a stelle e strisce ha anche un altro obiettivo: il ruolo di segretario generale della Nato che tra un anno dovrebbe andare ad un paese del Sud Europa e per quel ruolo, nel 2023 ci saranno le elezioni politiche in Italia, il cavallo di razza su cui puntare potrebbe essere proprio Mario Draghi, l'economista fortemente voluto da Washington alla guida dello Stivale.

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