Armi e miliardi per la guerra

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Armi e miliardi per la guerra

Il presidente Biden, ricevendo il premier Draghi alla Casa Bianca, ha detto: “La cosa che più apprezzo di lei è lo sforzo fin dall'inizio per portare la NATO e la UE in sintonia nell’aiuto all’Ucraina”.  Complimenti meritati: mentre il Congresso USA stanzia altri 40 miliardi di dollari per armare le forze di Kiev nella guerra contro la Russia, che si aggiungono ai 14 già stanziati in marzo, Draghi si è adoperato per aprire in Europa un analogo canale di finanziamento della guerra attraverso un “Fondo fiduciario di solidarietà dell'Unione europea per l'Ucraina” e un. “pacchetto resilienza” del valore iniziale di 2 miliardi di euro fornito a Kiev dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo.

Allo stesso tempo Mario Draghi e gli altri leader del G7 (di cui far parte l’Italia insieme a Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone) hanno stanziato 24 miliardi di dollari per sostenere l’Ucraina nella guerra contro la Russia. Importante è il ruolo di Draghi anche nei finanziamenti a Kiev decisi dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario internazionale, ammontanti inizialmente a circa 5 miliardi di dollari.

Grazie a questi finanziamenti, nei mesi precedenti e successivi alla guerra gli Stati Uniti e i loro alleati hanno fornito alle forze di Kiev 85.000 missili, oltre 50 milioni di munizioni di tutti i calibri anche per obici di lunga gittata, droni e altri avanzati sistemi d’arma. Le forze di Kiev, in particolare quelle del reggimento Azov e altre formazioni neonaziste, sono non solo armate ma dirette dalla NATO.

La colossale spesa per la guerra contro la Russia, destinata ad aumentare e divenire permanente, viene pagata dai cittadini italiani ed europei direttamente e indirettamente attraverso il taglio delle spese sociali.  Si aggiunge a questa la crescente spesa derivante dalla Direttiva UE di accogliere e mantenere tutti gli ucraini che arrivano (senza bisogno di visto) in Italia e altri paesi europei.

 

 

 

 

 

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