Coltano: Missione di guerra degli Enti locali a Roma?

 Coltano:  Missione di guerra degli Enti locali a Roma?

Possiamo dirci soddisfatti della riconversione a uso civile delle caserme dismesse? E questo uso civile condiviso potrà tramutarsi in nuovi complessi edilizi a costi elevati? Davanti a quasi 200 famiglie sfrattate, i fondi non potrebbero essere destinati a recuperare a uso abitativo gli immobili pubblici dismessi? La partita che si sta giocando attorno a Coltano è complessa, sono in ballo milioni di euro e non solo i fondi destinati alla nuova caserma dei Carabinieri.

L'ex distretto di Via Giordano Bruno (la caserma Curtatone e Montanara), dopo lo sgombero di una occupazione a fini sociali, ha  già trovato un acquirente con tanto di piano urbanistico a fini residenziali, sulla stessa strada la caserma Artale di via Roma, analoga sorte potrebbe toccare alla Bechi Luserna dove vorrebbero trasferire il terminal turistico oggi in via Pietrasantina (si vuole arrivare in piazza dei Miracoli passando prima dal Museo delle Navi e da Palazzo Reale a corto di visitatori?)

Tornando a Coltano è ormai chiaro che la base potrebbe non essere interamente collocata in quella che definiscono area marginale del Parco, i Carabinieri a loro volta rinuncerebbero a costruire una grande cittadella militare spezzettandola invece sul territorio, dall'ex centro radar di Coltano alla Bigattiera fino all'attuale area dell'Ex Expo ad Ospedaletto. Sono in ballo 190 milioni di euro e gli enti locali sono già all'opera per trovare una soluzione "condivisa" barattando la militarizzazione del territorio con qualche opera di rigenerazione urbana . Da questa operazione passano anche interessi politici, oltre a quelli economici, che potrebbero essere decisivi per le prossime elezioni comunali a Pisa.

E altra contropartita potrebbe essere quella di destinare a Coltano la parte residenziale della nuova base militare includendo anche il recupero della villa Marconi da anni in stato di abbandono e una cementificazione del borgo presentata come rigenerazione.

La nuova base militare si farà a Pisa (e su questo tutti i partiti sono concordi),  dovrà essere vicina a Camp Darby, all'aeroporto militare e al Porto di Livorno per far partire armi e uomini verso le zone di guerra, si tratta solo di coniugare militarizzazione con processi urbanistici complessi e processi immobiliari.

Questi sono i risultati degli incontri istituzionali, la partita che si sta giocando è assai complessa ma chiara: la militarizzazione resta imprescindibile, si tratta solo di stabilire le contropartite accettabili per includere nella partita gli enti locali e convincere la popolazione che la futura militarizzazione sia una occasione da non perdere per la cittadinanza di Pisa e la sua economia.

E ben venga allora il rafforzamento della presenza militare sul territorio Pisano sotto l'egida Nato, di questo e di molto altro le realtà contrarie alla base di Coltano dovranno parlare per non trovarsi davanti a una militarizzazione imperante cogestita con il grande business immobiliare.

I futuri assetti del territorio passano da queste scelte.

No Camp Darby

 

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