Buoni alimentari: cosa non ha funzionato?!

I buoni alimentari comunali non hanno tenuto conto del numeri dei componenti il nucleo familiare. Mancano centri di ascolto e di supporto pubblici.

Siamo già intervenuti sull'argomento ma due ulteriori riflessioni sono necessarie ora che i buoni alimentari sono stati quasi esauriti e sarà necessario un bilancio con dati alla mano che la Giunta Conti dovrà rendere pubblici.

I buoni alimentari sono arrivati al 20% degli effettivi bisognosi, numerosi nuclei familiari sono stati esclusi per avere superato di poco la cifra di 300 euro. Ma questa soglia andava rapportata all'effettivo numero del nucleo familiare, tanto piu' numerosi sono i membri tanto piu' doveva innalzarsi la cifra. Sarebbe utile capire quante famiglie escluse sono state costrette a recarsi agli sportelli della Chiesa e quanti si sono indebitate solo per fare la spesa e pagare utenze.

Altra criticità e rappresentata dalla residenza, ci sono molti bisognosi che non la possiedono nel comune di Pisa anche se in città vivono e lavorano e sono in condizioni di povertà

Altra considerazione importante riguarda i centri di ascolto se pensiamo alle continue richieste pervenute agli sportelli Caritas, sarebbe stato necessario personale anche per compilare le domande ma numerose famiglie sono state rimbalzate tra Sds e Comune.

Numerosi stranieri residenti a Pisa poi lamentano i ritardi nel fornire spiegazioni sui requisiti in lingue diverse da quelle italiane, non c'è stata alcuna figura di facilitatore e traduttore che invece sarebbe stato importante.

In estrema sintesi possiamo dire, senza timore di smentita, che la Giunta Conti avrebbe potuto rivedere alcuni dei criteri di accesso in corso d'opera e la interazione tra Comune e Sds non c'è stata almeno nei termini auspicati e necessari

Sindacato Generale di Base

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