Spunti per una politica economica nella fase 2
Alcuni spunti su misure
di politica economica da attuare nell'immediato
Accertato lo
stato di crisi economica e sociale provocato dalla pandemia di Covid-19 il
Coordinamento del Giga propone alcune misure di politica economica da
implementare nel brevissimo periodo per far fronte alla situazione emergenziale
al fine di evitare altra crisi debitoria e un ulteriore aggravamento delle
condizioni di vita dei ceti sociali che hanno subito i maggiori contraccolpi
dalla crisi del 2008.
Che cosa proponiamo?
1) per gli
stati in crisi debitoria transitoria possibilità di accesso ai fondi del
Meccanismo di Stabilità Europea (Mes) senza alcuna condizionalità nel campo
della politica economica nazionale
2)
attivazione di Corona bond garantiti dall'Ue per la creazione di un fondo
europeo da suddividere fra gli stati membri in proporzione al numero di
abitanti, da utilizzare per far fronte alle criticità degli sistemi produttivi
nazionali e alle spese di sostegno al reddito dei cittadini
3) possibilità
di interventi statali nel capitale sociale delle imprese tesi a salvare le
aziende nazionali in crisi dal fallimento e/o dall'acquisto da parte di società
estere, sia finanziarie che produttive, al fine di salvaguardare la struttura
produttiva e l'occupazione.
4)
definitivo superamento del Patto di stabilità e crescita e dei suoi parametri
restrittivi di bilancio con revisione dei criteri di calcolo del deficit di
bilancio statale, scorporando gli investimenti destinati a:
·
attività
produttive, dando priorità ai settori strategici dell'economia
·
opere
infrastrutturali utili e ambientalmente e socialmente sostenibili
·
interventi
di messa in sicurezza del territorio per la prevenzione del dissesto
idrogeologico
·
interventi
per la ricostruzione di edifici, infrastrutture e attività produttive distrutti
o danneggiati dai fenomeni sismici o calamità naturali
5)
armonizzazione dei sistemi fiscali dei paesi aderenti all'Ue al fine di evitare
le asimmetrie impositive che sottraggono ingenti risorse ai bilanci pubblici
della maggior parte degli stati (all'Italia secondo Rustichelli presidente
dell'Antitrust provocano "un danno stimato fra i 5 e gli 8 miliardi $
annui") a vantaggio di paesi (Eire, Olanda, Lussemburgo) o singoli territori
(città di Londra) che attuano politiche scorrette quali il dumping fiscale a beneficio proprio e delle società, in genere di
grandi dimensioni, che vi trasferiscono la sede fiscale
6)
estensione del reddito di cittadinanza a tutti i lavoratori informali, a tempo
determinato e con contratti atipici che hanno avuto il blocco o la riduzione
dell'attività lavorativa a causa della pandemia di Covid-19 e non possono
accedere alla Cassa integrazione
7)
regolarizzazione degli stranieri privi di permesso di soggiorno presenti in
Italia da almeno un anno per motivi di lavoro, i quali a causa delle vigenti
norme sono costretti al lavoro in nero a prescindere dal settore economico o
dal comparto di attività in cui operano e dalla tipologia di contratto nel
quale verranno inquadrati, una volta ottenuti i documenti
8)
ristrutturazione del Sistema Sanitario Nazionale centralizzato con il
superamento della frammentazione in 21 entità regionali distinte. Creazione di
un fondo europeo per la sanità pubblica destinato al ripristino del livello di
finanziamento in rapporto al Pil dell'anno 2010. Accertato che come ci indica
il Report n. 7/2019 dell'osservatorio Gimbe dal titolo il "Definanziamento
2010-2019 del Servizio Sanitario Nazionale "nel decennio 2010-2019 tra tagli e definanziamenti al SSN sono stati
sottratti circa € 37 miliardi e il fabbisogno sanitario nazionale (FSN) è
aumentato di soli € 8,8 miliardi". "Analizzando solo la spesa sanitaria pubblica pro-capite l’Italia si
conferma al di sotto della media OCSE ($ 2.545 vs $ 3.038) e in Europa ben 15
Paesi investono di più di con un gap che va dai $ 594 del Regno Unito ai i $
2.744 della Norvegia".
La spesa per la
sanità pubblica in rapporto al Pil in base alle previsioni del Def 2019 sarebbe
stata destinata a ridursi ulteriormente
dal 6,6% del 2019 al 6,4% del 2022.
Nostro intendimento è di creare un confronto e un sostegno
ampio su queste proposte fra tutti i soggetti che condividono la nostra piattaforma iniziale, la quale costituisce
solo una prima base su cui costruire un progetto più ampio e articolato.
Coordinamento Giga
24 aprile 2020
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