Chi produrrà 60 milioni di mascherine al giorno?

Per settimane abbiamo affrontato l'emergenza Coronavirus con una penuria  di mascherine, strumenti e prodotti atti a igiene e sanificazione.Se avessimo avuto i famosi dpi il contagio sarebbe stato combattuto in maniera piu' rapida ed efficace, per settimane hanno perfino asserito che le mascherine non erano necessarie per tutta la popolazione salvo poi smentirsi con le ordinanze successive che ne obbligano l'utilizzo.

Lavoratori che hanno scioperato e protestato per l'assenza di dpi e sanificazioni sono stati perfino licenziati, colpevoli (si fa per dire) di avere violato codici etici e comportamentali delle aziende.

Con l'annuncio della pur parziale riapertura di alcune attività, il fabbisogno di dpi e mascherine diventa maggiore, a livello nazionale avremo tra 10 e 20 milioni di lavoratori e lavoratrici che avranno bisogno almeno di due o tre mascherine al giorno, stando bassi potremmo ipotizzare un fabbisogno giornalieri di circa 60 milioni di mascherine solo per l' Italia. La scorta  del Governo oggi dispnibile teoricamente è di 650 milioni, quindi una dispoibilità non corrispondente al fabbisogno reale con la quale potremmo andare avanti solo per pochi giorni.

Al di là della necessità di riaprire le attività solo quando lo diranno gli scienziati e non gli imprenditori, resta il fatto che la produzione di dpi e prodotti sanificanti necessita della riconversione di industrie italiane per la produzione necessaria, qualche timido passo è stato fatto in tale direzione ma siamo ancora lontani dal raggiungere i risultati necessari a mettere tutti\e in sicurezza.

Che fare allora? Riconvertire le imprese a fini sociali, cambiare la produzione, statalizzare alcune aziende nevralgiche per la salute e sicurezza dei cittadini? Riconversione statalista e dirigista? No, solo una risposta agli appetiti speculativi dell'impresa neoliberista!

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