EUROGRUPPO: IL PASTO NON E' GRATIS


 di Marco Bersani www.italia.attac.org

Dopo l'accordo all'interno dell'Eurogruppo sulle risorse da mettere in campo per far fronte all'emergenza sanitaria provocata da Covid19 e alla conseguente emergenza economica e sociale, è iniziata la gara mediatica su chi ha vinto e chi ha perso all'interno dell'acceso confronto fra i partner europei.
Ad oggi sappiamo che verranno attivati:
a) il Sure, uno strumento di supporto ai lavoratori sul modello della cassa integrazione italiana, con una dotazione su scala europea di 100 miliardi, messi a disposizione dalla Commissione Europea sui mercati azionari attraverso l'emissione di titoli; si tratta di un prestito, per ottenere il quale l'Italia dovrà mettere 25 miliardi di garanzie, volte a garantire la restituzione ad emergenza conclusa;
b) la Banca europea per gli investimenti (Bei), che costituirà un fondo per le imprese, con una garanzia di 25 miliardi, messi a disposizione degli Stati, per raccogliere capitali fino a 200 miliardi a tassi molto ridotti; i soldi raccolti verranno successivamente prestati a chi ne farà richiesta, attraverso istituti nazionali come Cassa Depositi e Prestiti, a tassi altrettanto vantaggiosi e con scadenze a lungo termine;
c) il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) che attiverà complessivamente 240 miliardi (per l'Italia fino a 36 miliardi), senza condizioni solo se i soldi richiesti saranno indirizzati alla spese per far fronte, direttamente o indirettamente, all'emergenza sanitaria.
Per quanto riguarda gli eurobond se ne riparlerà dentro la generica voce “strumenti innovativi di finanziamento” messa in calce all'accordo.
In attesa di vedere nel dettaglio i termini concreti dell'accordo, possiamo già dire che “il pasto non è gratis” e che gli strumenti messi in campo sono tutti interni alla trappola del debito


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