Buoni alimentari solo per residenti? Una riflessione sul welfare locale

Nelle prossime settimane arriveranno agli Enti locali, via Regione, fondi per i contributi destinati all'affitto e probabilmente ulteriori soldi per i buoni spesa.

Siamo intervenuti a piu' riprese sui criteri adottati da tanti Enti locali senza dimenticare che erogazione degli stessi assume spesso carattere divisorio perchè molti degli esclusi per poche decine di euro sono nel frattempo costretti a rivolgersi ai Banchi alimentari della Caritas per mettere qualcosa in tavola.

 Non esistono criteri perfetti e validi erga omnes ma dai criteri si capisce spesso quali saranno i soggetti beneficiari e a quel punto diventa chiaro l'orientamento della Giunta locale e le  fasce sociali e lavorative o non lavorative destinatarie degli aiuti.

Oggi leggiamo che i buoni spesa per generi alimentari per l'emergenza Covid 19 non possono essere riservati ai residenti nel Comun, lo dice il Tar dell'Abruzzo e ci chiediamo allora se a breve altri saranno i ricorsi in diverse Regioni.Ma nel frattempo i soldi dei buoni saranno già stati spesi, eventuali ricorsi accolti che valore avranno? Saranno indicazioni utili per il futuro?

Secondo il Tar Abruzzo è sbagliato destinare i buoni ai soldi residenti nel Comune perchè questa decisione sarebbe in palese contrasto con le  linee guida del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio che promuovono la parità di trattamento e la rimozione delle differenziazioni su razza o su origine etnica.  

Il discorso non riguarda solo la residenza formale ma ha ricadute sociali ben precise, ad esempio sono esclusi  alcuni soggetti sociali fragili e ai margini come i senza fissa dimora, i migranti senza permesso di soggiorno . Per il Tar Abruzzo la residenza nei Comuni interessati sarebbe discriminante verso tanti soggetti sociali esclusi ma in stato di indigenza e di assoluto bisogno.

Due ulteriori riflessioni
  •  i soldi stanziati sono stati consumati nell'arco di tre settimane, almeno un terzo dei richiedenti è stato escluso, i futuri controlli della Guardia di Finanza ci diranno quante autodichiarazioni saranno state errate. Di sicuro il ruolo delle asl, delle società della salute non è stato all'altezza della situazione, la compilazione via telefono e o via telematica senza uno sportello reale (magari con vetro divisorio  e microfono per il distanziamento sociale) ha rappresentato un problema rilevante
  • tra gli esclusi i non residenti , i migranti e tante famiglie italiane numerose che per pochi euro non rientravano nei requisiti richiesti
Sarà il caso di evitare simili errori nell'immediato futuro, la scelta di demandare agli enti locali la definizione dei criteri è stata una mossa furba per scaricare sui Sindaci la definizione dei criteri e cosi' mettere tutti d'accordo. Ma non è cosi' che si combatte miseria ed emarginazione.

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