Documento programmatico per la conferenza pisana di SGB


Documento programmatico per la conferenza di organizzazione
Circolo Rinascita Via del Borghetto ore 17.30 Pisa 4 Aprile 2019

La conferenza di organizzazione del Sindacato generale di base arriva in un momento particolare della storia del nostro paese con un Governo che mira a distruggere diritti acquisiti come l’aborto ripristinando un clima oscurantista in linea con i dettami del family day.
Il nostro paese è attraversato anche dal tentativo di alcune Regioni di ottenere quella autonomia differenziata accrescendo la disuguaglianza sociale ed economica che nel nostro paese risulta in continuo aumento portandosi dietro le gabbie salariali, servizi educativi e sanitari differenti a seconda dei territori. Siamo in presenza di una vera emergenza salariale con salari, nel privato e nel pubblico, praticamente fermi da dieci anni. Le politiche dei sacrifici prima e dell'austerità poi hanno alimentato le disuguaglianze, sono stati persi posti di lavoro e quelli nel frattempo creatisi spesso sono sottopagati e precari.
Il sindacato complice nel corso degli ultimi lustri ha svolto un ruolo strategico nello smantellamento dell’art 18, nel rafforzare il sistema di controllo sui lavoratori, nel renderci sempre piu’ deboli e subalterni al capitale, hanno sottoscritto accordi e contratti nazionali funzionali a barattare aumenti salariali con il welfare aziendale favorendo il business della previdenza e della sanità integrativa. E chi ha tutto l'interesse a tutelare pensioni e sanità integrative vive un conflitto di interessi e non potrà difendere scuola, sanità e previdenza pubblica.  Dal canto loro  lavoratori e lavoratrici tendono a vedere nella sanità e nella previdenza integrativa degli elementi positivi con i quali fare i conti, basta pensare alle assicurazioni private in sanità proposte dai sindacati autonomi e cgil cisl uil insieme alle tessere oppure alla sanità integrativa collegata a molti contratti nazionali. Cresce nel mondo del lavoro la tacita assuefazione a sanità e previdenza integrative visti come forme materiali di sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici e non come merce di scambio per i mancati aumenti contrattuali e per il silenzio assenso verso lo smantellamento del welfare.
E' comunque innegabile che la crisi di rappresentanza riuardi anche i settori del sindacalismo di base, abbiamo perso di vista gli obiettivi generali e la logica si sopravvivenza ha portato  alcune realtà a sottoscrivere accordi vergognosi, ad accettare la riduzione a 4 dei comparti nella Pubblica amministrazione o a firmare l'accordo sulla rappresentanza del gennaio 2014.
Le sigle del sindacalismo di base nel corso degli anni si sono moltiplicate accentuando la tendenza non all'unità, ma la competizione per accaparrarsi pezzi di altri organizzazioni o per rosicchiare deleghe e consensi.
 
Il reddito di cittadinanza, annunciato in campagna elettorale, presto si dimostrerà come strumento per imporre lavoretti sottopagati e controllare i disoccupati con il disimpegno statale dello stato in materia di lavoro, anzi con una legge delega che prefigura l’arretramento dei diritti, del potere di acquisto e di contrattazione.
Non è stato solo l’accordo del Gennaio 2014 a rafforzare la complicità del sindacale, chi si diceva contrario alla Legge Fornero di fatto non l’ha cambiata lasciando inalterato l’impianto del Governo in materia di lavoro.
Non è piu’ tempo di concertazione anche se i sindacati complici non perdono occasione di riproporla, come del resto è innegabile che gli stessi abbiano barattato la sopravvivenza dei caf e dei servizi con la stessa parvenza di opposizione.
I prossimi mesi saranno dirimenti per un Governo che ripropone logiche di carta del sovranismo e sul piano dei diritti è sempre piu’ oscurantista mentre per quanto riguarda i diritti sociali è in continuità con il passato, con i Governi dell'austerità.
Non sono tempi facili per chi invece si pone l’obiettivo di costruire il sindacato di classe che non è enunciazione astratta di un principio ma deve invece rappresentare un insieme di pratiche all’insegna della conflittualità del lavoro contro il capitale costruendo alleanze anche trasversali contro la devastazione del territorio , gli attacchi alla nostra salute e alla sicurezza da declinare come acquisizione di elementari diritti come quello all’abitare, alla salute, alla istruzione, a un orario settimanale ridotto quando, al contrario, si va verso intricati sistemi di deroghe ai contratti nazionali che dilatano l’orario esigibile. Oppure, come nel caso del recente contratto nazionale delle cooperative sociali, si scelgono aumenti irrisori spianando la strada a nuove intese per limitare il diritto di sciopero.
Nei prossimi mesi avremo davanti a noi l’apertura di contraddizioni negli appalti, la riscrittura del codice non solo fa arretrare i controlli anticorruzione ma potrebbe allentare le già inadeguate clausole sociali a tutela della forza lavoro.
Il sindacato di cui abbiamo bisogno oggi deve essere diverso da quello del passato, non possiamo vivere di rendita o di autoreferenzialità. Pensiamo ad un modello confederale dove non pesino di piu’ le categorie con maggiori iscritti ma si distribuiscano le rappresentanze in base alle reali necessità del conflitto di classe.
Sgb in questi due anni ha svolto un ruolo importante ma è arrivato il momento di dare una svolta a partire dalla confluenza nella Cub che per noi non è un punto di arrivo visto che ad oggi, tutti i sindacati di base, anche quelli conflittuali, debbono innovarsi e accrescere la partecipazione democratica ai processi decisionali. La Cub ha avuto il merito di non sottoscrivere l'accordo sulla rappresentanza e di non sottoscrivere la intesa all'Ilva, ora si tratta di fare un salto di qualità con alcune proposte di iniziativa comune alle realtà conflittuali in ambito sindacale.
Per quanto ci riguarda, sindacato Sgb non puo’ ritenersi autosufficiente, noi siamo non per una semplice confluenza in Cub ma per costruire un modello organizzativo che non guardi al passato, forse nella frammentazione oggi esistente è una ipotesi difficilmente praticabile ma la confluenza sic et simpliciter non ci pare la scelta migliore, cosi’ come pensare a scogliere la nostra pur piccola organizzazione dando mandato alle singole federazioni provinciali di assumere le decisioni sui tempi e sulle modalità organizzative, sui processi decisionali. Siamo invece convinti che il Sindacato, se vuole affrontare le sfide dei prossimi anni, dovrà avviare confronti a tutto campo, collegare le analisi ad iniziative concrete, trovare il modo di coinvolgere lavoratori e lavoratrici.
La conferenza di organizzazione deve quindi prefiggersi questo  obbiettivo e avviare la  costruzione di una trattativa nazionale vera con  la cub, sperando che quelle aree di classe non ostacolino ma aiutino questo percorso di ingresso in cub col nostro prossimo congresso.
 

A livello locale invece si tratta di iniziare a discutere seriamente di come organizzare Sgb sul territorio, iniziare dal costituire due coordinamenti, uno del pubblico impiego e uno del privato, individuare le priorità dando vita a delle campagne locali. La discussione pisana servirà a individuare i delegati che parteciperanno alla conferenza di organizzazione che i terrà a Sasso Marconi (Bologna) il 13 e il 14 Aprile

 

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