Per scioperare ci vuole coraggio, per lamentarsi basta avere solo fiato


Sta per finire la giornata dello sciopero generale del 26 Ottobre e qualche riflessione è doverosa. La fusione tra istanze giovanili e studentesche con quelle dei lavoratori non c'è stata se non laddove alcune aree politiche hanno deciso di portare acqua al mulino di un sindacato di base al quale sono legati da affinità politiche.

In tempi non lontani lo sciopero generale avrebbe coinvolto anche studenti medi e universitari, movimenti dell'abitare, questa volta ci siamo riusciti solo in minima parte e fin da domani urge una riflessione  seria e articolata oltre alla conseguente \ rapida inversione di rotta.

C'è comunque da dire che molti scioperi generali hanno avuto maggiore successo perchè ci siamo nascosti dietro agli studenti, l'utilizzo strumentale dei giovani ha avuto l'effetto di costruire un muro di diffidenza rispetto al mondo del lavoro, anche rispetto agli stessi insegnanti sindacalizzati che non sempre nella veste di docenti sono coerenti con le istanze che professano fuori dalle aule.

Le giornate di mobilitazione degli studenti infatti non coincidono con quelle dei lavoratori, un problema per entrambi superabile solo assumendo come sindacati di classe le istanze delle giovani generazioni senza pretesa alcuna di indirizzare e pilotare la endemica rabbia giovanile.

Lo sciopero arriva in un momento storico particolare, il Governo è ai massimi consensi, le critiche da destra sposano le tesi dell'austerità, dell'innalzamento della età pensionabile avversando il reddito di cittadinanza.  Se un errore abbiamo commesso è quello di non avere focalizzato sufficientemente la attenzione verso la manovra economica del Governo, sviscerandone i contenuti e proponendo nei luoghi di lavoro obiettivi raggiungibili.

Per alcuni sindacati promotori la data odierna era o di traino per la manifestazione dell'indomani oppure il solito rito dello sciopero generale con parole d'ordine sempre uguali, anno dopo anno.

In molti luoghi di lavoro questo sciopero non è stato compreso, ci sono iscritti e delegati che non hanno aderito, poi ci sono stati i boicottaggi come Usb che dopo la indecorosa firma dell'accordo dell'Ilva continua con la sua politica della immagine dura e combattiva per occultare una realtà assai piu' arrendevole.

Ma la giornata del 26 Ottobre si conclude anche con piazze magnifiche , da Vicenza a Torino fino a Taranto contro l'accordo Ilva senza dimenticare una trentina di manifestazioni e presidi  organizzati in molte città.

Il 26 Ottobre non va archiviato ma deve rappresentare l'occasione per riflettere sugli scioperi generali, sulle modalità di fare sindacato e conflitto nei luoghi di lavoro e nella società, non cospargersi la testa di cenere ma senza nascondere le difficoltà e gli errori, rimettendoci in gioco.

Era il primo sciopero contro il Governo Lega 5 Stelle che molti dei nostri lavoratori hanno votato, era uno sciopero che avrebbe meritato di essere spiegato e praticato anche dalle tante realtà sociali che si attivano sull'antirazzismo ma sono silenti quando si parla di mondo del lavoro.

Ma non serve recriminare, serviamoci delle nostre forze come avrebbe detto Mao, andiamo avanti, impariamo dagli errori ma nessuna pietà per i fautori professionali del lamento, quanti nei luoghi di lavoro invocano aiuto e sostegno solo per questioni individuali e personali, incapaci di solidarietà verso i colleghi e le classi sociali meno abbienti, incapaci di mettersi in gioco scioperando.

 A costoro nessun rispetto perchè chi non lotta perde in partenza, chi lotta ha almeno la speranza di potere cambiare le cose.

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