SAVONA: LA COSTITUZIONE DEVIATA DAI FASCISTI (CON IL BENEPLACITO DEL PREFETTO)
SAVONA: LA COSTITUZIONE DEVIATA DAI FASCISTI (CON IL BENEPLACITO DEL PREFETTO)
di Franco Astengo
A Savona, dopo le bombe dell’inverno 1974 – 75, stiamo
vivendo un’altra stagione di provocazioni fasciste e di sfregio verso la
profonda anima antifascista e democratica della Città: una profondità di senso e
di comunione di intenti storicamente molto più pregnante degli stessi
riconoscimenti ufficiali.
Per rispondere a queste provocazioni succede tisi
nell’ultimo periodo il Comitato Antifascista ha promosso per sabato 27 ottobre
una manifestazione unitaria collegando anche l’intento antifascista con le
iniziative antirazziste in programma in molte città d’Italia.
Succede però che il tradizionale percorso delle
manifestazione savonesi che dal centro città attraversa il quartiere operaio di
Villapiana si troverebbe costretto, in questa occasione, a sfilare davanti alla
sede di Casa Pound aperta proprio di recente.
Verso questa apertura si sono già verificate diverse
manifestazioni antifasciste svoltesi
proprio davanti alla sede fascista e condotte senza alcun incidente, nel pieno
della legalità e dell’espressione democratica.
Ciò nonostante il prefetto di Savona ha ritenuto
turbativo il passaggio del corteo antifascista previsto per il 27 ottobre ed ha
deliberato una modifica del percorso.
Si tratta di una decisione inaudita per un motivo
essenziale: la manifestazione è stata indetta per affermare fino in fondo
l’impianto etico e politico della nostra Costituzione attraverso la quale si
esprime la natura antifascista della Repubblica, come è del resto dimostrato
dall’articolo XII delle disposizioni transitorie e finali che vi sono
contenute.
Vietando il passaggio del corteo il Prefetto ha violato
la Costituzione Repubblicana equiparando i partigiani suoi difensori ad un
gruppo come quello di Casa Pound che rivendica l’eredità diretta della dittatura
nera e dell’alleanza con il nazismo.
Questo dato va sottolineato con grande forza ed è
assolutamente necessario che sia contrastato sviluppando una intensa azione di
vigilanza democratica, segnalando a tutti i livelli l’operato di un Ufficio del
Governo che si permette di muoversi al di fuori e contro il dettato
costituzionale non garantendo la libertà di manifestazione.
Ricordando ancora che il corteo del Primo Maggio segue
almeno dal dopoguerra lo stesso percorso.
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