Tra fondi e finanziamenti bloccati nella giungla della burocrazia

Fondi europei non utilizzati dalle Regioni e dagli enti locali, finanziamenti a progetti di ricerca mai arrivati perchè quei progetti di carta sono rimasti bloccati per mancanza di ricercatori e per la volontà politica di non investire nella ricerca e nella innovazione.

Sono le contraddizioni del capitalismo italiano che esporta cervelli, e manodopera, all'estero perchè non riesce a valorizzare le risorse di cui dispone.

Ma è veramente colpa della burocrazia eccessiva come pensa Il sole 24 Ore?

 Intanto al Governo iniziano a ragionarne visto che la tenuta della manovra di Bilancio dipende dal rilancio degli investimenti pubblici e dagli effetti sul Pil e sull'economia.  Dopo anni di austerità arriva una piccola boccata di ossigeno per gli investimenti pubblici, niente a che vedere con la politica neo Keynesiana visto che lo Stato non nazionalizza imprese e non ha la minina intenzione di indirizzare l'economia anche a fini sociali, ma sicuramente qualche passo in avanti
 
Intanto facciamo due conti, partendo da quanti soldi sono stati spesi sotto i Governi precedenti, ebbene ci si accoge che una buona fetta dei soldi non sonon stati spesi anche per motivi legati a cause e ricorsi, a interventi della Consulta che ha imposto, a ragione, al Governo di decidere insieme alla Regioni come spendere questi soldi senza imporre dall'alto opere magari invise ai territori. Una contraddizione non da poco visto che il Governo, rimangiandosi gli impegni elettorali, sta andando avanti nella costruzione della Tav e del Tap. Il Governo Renzi piu' di ogni altro voleva rimuovere la collaborazione degli enti locali (con i sindaci del Pd silenti) per avere mani libere da lacci e lacciuoli per questo ha spinto per la revisione della Carta Costituzionale.

Ma in ogni caso anche gli Enti Locali hanno le loro colpe vuoi per mancanza di personale vuoi per la incapacità di determinare con forza obiettivi in contrasto con i dettami del Governo.  Regioni e Comuni hanno speso solo 1,2 miliardi degli enti locali, 700 milioni di fondi Ue, 300 del Fsc.

Dietro ai fondi si cela la politica con la P maiuscola nel senso delle opere infrastrutturali che cambiano gli assetti dei territori, parliamo di strade, autostrade, linee ferroviarie attorno alle quali si muovono interessi colossali,  ovviamente bisognerebbe aprire il dibattito su prospettive e contenuti di un Piano nazionale degli investimenti ma nessuno ha realmente intenzione di dire la sua rimandando alla discussione sulle singole opere.

Altro aspetto da prendere in esame è il codice degli appalti e la normativa anticorruzione perchè le richieste dei padroni sono alleggerire i controlli e snellire le procedure con la scusa della lotta alla burocrazia   E proprio il codice appalti  sarà modificato già con il decreto al Cdm aggirando , o superando come si dice da qualche parte, le normative Anac. 

Intanto i territori colpiti dalle devastazioni attendono ancora di essere ricostruiti, il ponte di Genova subisce intoppi e lungaggini burocratiche, il Genio Civile viene rimpianto come del resto il Corpo Forestale in caso di incendi. Non è solo questione di burocrazia allora ma di programmazione, investimenti, di una idea discussa e condivisa degli interventi prioritari. Su questo dovremmo aprire un dibattito cosi' come vigilare perchè i controlli  anticorruzione non siano sentiti come impedimento ma strumento per rendere trasparenti le procedure e l'utilizzo dei fondi.

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