Quanto caro mi fu riscattar la laurea

Se un lavoratore ha un reddito annuo di 24 mila euro lordi, applicano l'aliquota del 33%  e per riscattare una laurea quadriennale dovrà sborsare quasi 32 mila euro.  4 anni di contributi utili per alzare l'assegno previdenziale non sono a costo zero, chi non avesse riscattato la laurea (e tra gli under 45 sono in molti visto che prima i costi del riscatto erano decisamente piu' bassi) ci sono migliaia di euro da sborsare, magari in piu' rate. Fatti due calcoli, se il riscatto si aggiunge al mutuo per la casa o alla rata della macchina, se hai figli all'università , diventa un costo insostenibile .

Sarà per questa ragione che il Governo sembra volere correre ai ripari ma poco si sa ancora sui costi futuri del riscatto. Intanto stanno provando a suggerire alternative, per esempio le polizze assicurative, i fondi pensioni come misura alternativa al riscatto del periodo di laurea da effettuare all'Inps.

Le sirene della previdenza alternativa vogliono giocare un ruolo anche in questa partita, per esempio favorendo l’accesso alle prestazioni facendo credere che ogni passaggio sia sotto controllo del diretto interessato. All’Inps la prestazione è invece una sorta di rendita vitalizia reversibile nei confronti dell'eventuale coniuge e la cifra da destinare per il riscatto avviene sulla base di coefficienti stabiliti per legge, sono anni da aggiungere ai contributi previdenziali mentre invece nei fondi pensione o con una assicurazione privata la prestazione può trasformarsi in capitale, cioè in soldi contanti.

Ma in un caso o nell'altro il problema resta,  gli anni di laurea se tramutati in contributi previdenziali o se affidati a un fondo di investimento hanno un costo elevato se consideriamo la perdita di potere di acquisto dei salari. E non ci vengano a dire che il riscatto diventa favorevole qualora si volesse anticipare la pensioni, anticipando l'accesso alle prestazioni previdenziali.

Altro rischio è l'utilizzo del riscatto della laurea a costi piu' contenuti per favorire licenziamenti di massa in taluni settori, per esempio i cosiddetti esodi dei bancari attraverso il Fondo di solidarietà del credito ordinario e cooperativo.  Il riscatto laurea per i bancari in esubero è stato pensato lo scorso anno come una sorta di ammortizzatore per favorire ben 25 mila tagli di posti di lavoro nel settore nell'arco di un triennio. Il riscatto della laurea, magari attraverso i fondi bilaterale, rischia di essere il classico specchietto per le allodole ma gli uccelli in questione sono quei lavoratori in esubero o considerati troppo vecchi per restare in azienda, poco innovativi e sensibili alle nuove filosofie aziendali. Il riscatto poi non sarà a costo zero, magari dovranno ricalcolare tutto il periodo dei contributi con il sistema contributivo. Dovremo quindi prestare grande attenzione ai pro e ai contro del riscatto laurea, capire bene la merce di scambio e le finalità con le quali viene proposta ai lavoratori.

 Sicuramente una rivendicazione da avanzare potrebbe essere quella di abbattere del 50% i costi del riscatto, farlo direttamente con l'Inps applicando sistemi di calcolo che permettano all'Istituto nazionale della previdenza sociale un ritorno economico ma allo stesso tempo consentire ai lavoratori con pochi anni di contributi questa opportunità (o consentire a chi vuole anticipare l'età pensionabile un riscatto non oneroso in nome del ricambio generazionale).


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